“E’ il momento giusto per aiutarci” L’annuncio a tutti gli italiani del gioielliere Mario Roggero: “Ho aperto un conto apposito, aiutatemi a pagare le spese legali”

Estratto dell’articolo di Paola Scola per www.lastampa.it

«Se volete aiutare la mia famiglia dopo la terribile condanna del giudice verso mio papà, Mario Roggero, è il momento giusto!». Lo sfogo di Silvia Roggero inizia così. Affidato ai social. Per sostenere il padre, il gioielliere di Grinzane, condannato dal Tribunale di Asti a 17 anni e al pagamento di 480 mila euro a beneficio delle famiglie dei due rapinatori uccisi e del superstite (ora in carcere), a cui andranno 10 mila euro. Poi ci sono le spese legali, peritali e mediche, per altri 300 mila. «Abbiamo bisogno di aiuto perché è insostenibile per noi», ha detto nei giorni scorsi l’uomo, lanciando una sottoscrizione sul Conto etico aperto nella filiale di Grinzane di Banca d’Alba, intestato: IOSTOCONMARIOROGGERO, Iban IT87 L 0853046380000000014216».

Silvia: «Il giorno della rapina stavo lavorando, quando ho ricevuto una telefonata dal marito di mia sorella minore. Mi ha detto che c’era stata di nuovo una rapina in gioielleria e stavolta i rapinatori erano 3 e la situazione era ancora più grave. Immediatamente nella mia mente è affiorato il ricordo della rapina precedente. In quell’occasione mia sorella maggiore, Laura, aveva accolto in negozio i due malviventi camuffati da clienti.

Mio papà, a 65 anni, era stato picchiato selvaggiamente, ricevendo un pugno in faccia così forte da spaccargli il naso». Prosegue: «Arrivata in negozio, avevo visto uno dei pesanti banconi di marmo caduto a terra e le schegge immerse nella pozza di sangue scuro e denso dove c’era stata la colluttazione. Papà era stato preso violentemente a calci che gli hanno procurato danni fisici che hanno impiegato mesi, anni a guarire. Ha dovuto subire un intervento alla spalla per ricucire un tendine.

In una frazione di secondo ho rivisto il volto di mamma, che poco prima era andata a prendersi un caffè al bar e al ritorno era stata avvisata dall’altra sorella, che era riuscita a fuggire, di non entrare». E ancora: «In una frazione di secondo è affiorato nella mia mente il racconto di Laura, minacciata con una pistola alla testa, chiusa in bagno e immobilizzata con fascette ai polsi. Mi raccontò che aveva chiesto loro, in lacrime, di non sparare, perché aveva due figli a casa».

«Di nuovo, a distanza di 2 anni, ecco un’altra aggressione alla mia famiglia – scrive ancora -. Stavolta c’erano stati 2 morti. Mio papà aveva ucciso due rapinatori su tre, mi aveva detto mio cognato al telefono. […] ho visto papà sulla soglia, in un evidente stato di alienazione, che cercava di spiegarmi cosa era successo e mia mamma, con un’espressione di paura e i pantaloni bagnati. Si era fatta la pipì addosso dalla paura dopo aver ricevuto un pugno in faccia.

Ho visto mia sorella Laura, che ancora una volta aveva subito la stessa sorte, ammanettata e minacciata con una pistola… […] a distanza di due anni e mezzo da questa triste vicenda, mi sento inerme di fronte alla spietata sentenza del giudice: 17 anni di carcere che equivalgono a un ergastolo, considerata l’età di mio papà! Per non parlare della sanzione che deve essere pagata entro 15 giorni, oltre a tutti i soldi già esborsati… Quindi, se volete darci un sostegno concreto, vi ringrazio in anticipo dal profondo del cuore».

Un appello raccolto già da tanti. Ieri Laura Roggero ha stampato l’elenco delle donazioni: «Sono 14 fogli. Di tanta gente comune, conoscenti e non». Mario Roggero le è accanto: «Sono arrivati aiuti da Romania e Stati Uniti, clienti e ogni parte d’Italia. Già qualche migliaia di euro. Ringrazierò tutti. Non mi aspettavo una generosità simile. Sono scosso». Aggiunge: «Il conto è etico, trasparente al 100%, registrato alle Imposte. Non posso prelevare nulla senza tre firme e solo per spese legali o medico-legali». Ripete la dinamica di quel giorno, gesto a gesto: «Spero che in appello i giudici rileggano tutti i faldoni. Devono cercare la verità».

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