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Sono stati arrestati i dodici attivisti per l’ambiente che lunedì mattina si sono incollati con le mani sull’asfalto dell’autostrada A12. Un ennesimo blitz, costato le manette agli ambientalisti di Ultima Generazione. Al grido di “Fondo Riparazione”, dopo aver srotolato degli striscioni avevano bloccato il traffico all’altezza dell’uscita Torrimpietra della Roma-Civitavecchia. Portati via di peso dalla polizia, dopo aver scatenato l’ira di alcuni automobilisti bloccati nel traffico scesi dai propri veicoli per farsi spazio, sono stati arrestati dalla polizia stradale.

Come spiegano gli ambientalisti di Ultima Generazione in una nota stampa: “Dodici cittadine* aderenti alla campagna Fondo Riparazione” di Ultima Generazione hanno bloccato l’autostrada A12 a Fiumicino per 30 minuti in un’azione di disobbedienza civile nonviolenta. Dopo pochi istanti, un automobilista ha consapevolmente investito un manifestante. Arrivata la polizia, le cittadine sono state portate in questura. Alle 20.00 di ieri è arrivata la notizia che Riccardo, Azaria, Leonardo, Beatrice, Nerè, Giordano, Mattia, Filippo, Emma, Massimiliano, Simone e Filippo sono state prelevate e rinchiuse in diversi carceri di Roma. Dopo due notti passate dietro le sbarre verranno processate per direttissima mercoledì 6 dicembre alle 9.00 a Civitavecchia”.

Ci vogliono mettere il bavaglio 

Come spiegano ancora gli attivisti per l’ambiente: “È ignobile che questo governo scelga di chiudere in carcere delle persone che, attraverso il sacrosanto diritto costituzionale di manifestare, chiedono sicurezza e prevenzione per la più grande crisi dei nostri tempi. La gravità e l’urgenza della crisi eco-climatica vengono continuamente occultate da un status-quo mediatico, politico ed economico a cui conviene nascondere la situazione. Il restringimento dello spazio di protesta tocca chiunque chieda che lo Stato garantisca i suoi  diritti: lavoratori che perdono il posto, studenti che non hanno i soldi per pagare l’affitto, medici o ferrovieri che scioperano affinché il governo investa in sanità e sicurezza, alluvionati che dopo un anno e mezzo sono ancora senza casa, come nelle Marche, e che va a manifestare la sua rabbia nella piazza cittadina”.

Dodici ambientalisti arrestati 

“Le dodici cittadine che si trovano in carcere in questo momento, si stanno assumendo le responsabilità delle loro azioni – prosegue la note stampa -. Il presidente Meloni in queste ore sta invece assicurando miliardi di Euro a Eni strizzando l’occhio al Sultano del petrolio, chiaro segnale che per i responsabili della catastrofe climatica in Italia (Eni, grandi banche e assicurazioni), che finanziano il fossile, per le multinazionali che trattano i lavoratori come schiavi, per gli evasori fiscali che rubano da decenni miliardi di euro alla sanità, alla scuola, alla manutenzione del territorio, sono previsti premi e non inasprimenti penali”.

Perché bloccano le strade

Ma perché gli attivisti per l’ambiente bloccano le strade? Lo spiegano ancora i ragazzi e le ragazze di Ultima Generazione: “Contrariamente alla narrazione che la stampa mainstream vende su di noi, non siamo ragazze ingenue o scansafatiche che non hanno voglia di lavorare. Siamo un gruppo eterogeneo di persone estremamente preoccupate per il proprio futuro e ci siamo prese carico dei nostri doveri costituzionali, decidendo di dare tutto quello che abbiamo per difendere la nostra dignità, le nostre famiglie, il nostro paese. Blocchiamo le strade perché così facendo la nostra voce arriva ai palazzi del potere, ma non solo. Il clamore creato dalle nostre azioni genera confronto, e dal confronto si genera l’opportunità di cambiamento. Il risultato è che sempre più persone si rendono conto di quanto corrotto e inaffidabile sia l’attuale sistema, e decidono di scendere in strada insieme a noi”.

L’appoggio di Roberto Saviano 

Roberto Saviano, supportando Ultima Generazione ha dichiarato: “L’attivista climatico non è un pericolo per la pubblica sicurezza. Il blocco stradale crea una situazione dove l’automobilista non può fare altro che fermarsi e riflettere, magari arrabbiato, sul motivo per cui è rimasto bloccato e lo dirà al telefono, ne parleranno i giornali e si creerà disagio. E questo disagio veicola, anche se in forma antipatica, l’emergenza climatica. La vostra quotidianità: andare in macchina, al lavoro, all’ospedale è compromessa e non ci sarà più se continuiamo così”.

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  1. L’emergenza non è il clima e il susseguirsi di norme che limitano la libertà, la possibilità di lavorare e guadagnare uno stipendio equo, l’inquinamento causato da multinazionali senza scrupoli, la cessione della sovranità nazionale a entità astratte e autoreferenziali, la dismissione di tutti servizi per il cittadino (sanità, trasporti, scuola, energia), gli obblighi vaccinali. Andate a prenderverla con i ministri, coi giornalisti che fanno propaganda e non fanno informazione, con i sindacati, con i politici locali che conoscete e vedete distruggere il vostro paese e lasciate in pace la gente comune che cerca solo di vivere onestamente altrimenti sarete gli ennesimi buffoni intrisi di falsa propaganda.

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