La Germania rischia di fare la fine della Grecia! ecco a voi la legge del contrappasso: hanno distrutto il popolo ellenico e adesso, grazie alla follia della guerra in Ucraina rischiano di travolgere l’intera Europa, a partire ovviamente dall’Italia

SCHOLZ È DIVENTATO UNA MACCHIETTA AGLI OCCHI DEI TEDESCHI – IL CANCELLIERE, CROLLATO NEI SONDAGGI, SI È PRESENTATO IN PARLAMENTO PER GIUSTIFICARE LA GRAVE CRISI DI BILANCIO, DOPO LO STOP AI TRUCCHETTI CONTABILI IMPOSTO DALLA CORTE COSTITUZIONALE. E SI È BECCATO LE RISATE DI SCHERNO E GLI ATTACCHI DELLE OPPOSIZIONI: “LEI È UN IDRAULICO DEL POTERE”, “LE SCARPE DI CANCELLIERE NELLE QUALI È ENTRATO LE SONO DI DUE NUMERI TROPPO GRANDI” –  IL SETTIMANALE “DER SPIEGEL” PARAGONA IL “SISTEMA SCHOLZ” ALLA GRECIA SULL’ORLO DEL FALLIMENTO…

Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”

Se la Germania si aspettava una parola, se non un’idea, da Olaf Scholz, si ricorderà piuttosto la battuta del suo avversario. «Signor cancelliere», ha detto il leader dell’opposizione Friedrich Merz, «lei non ha risposte e non ha una visione per andare avanti». Di più, lei non fa onore al partito che ha saputo governare con Willy Brandt, Helmut Schmidt e perfino con Gerhard Schröder. «Lei è un idraulico del potere: semplicemente, le scarpe di cancelliere nelle quali è entrato le sono di due numeri troppo grandi».

Olaf Scholz ha parlato, finalmente, in Parlamento della grave crisi di bilancio, innescata da una sentenza della Corte costituzionale, che ha paralizzato la Germania. Ma più che al Bundestag, ieri sembrava di assistere a una seduta della House of Commons a Londra.

Il cancelliere interrotto dalle risate, mentre impassibile spiegava che – se ha forzato la spesa, «come altri governi prima» – è perché «ci troviamo di fronte a sfide che la nostra Repubblica non ha mai dovuto affrontare». Poi ha spiegato ciò che già tutti avevano capito: che Berlino leverà, retrospettivamente, il «freno del debito» (la Schuldenbremse ) per il 2023, e che per il 2024 si vedrà. In ogni caso, ha ammesso, «questa sentenza crea una nuova realtà, per tutti i governi attuali e futuri».

[…] sono i giorni in cui la reputazione di Olaf Scholz è andata in frantumi. Mano a mano che si capisce la portata storica della sentenza dei giudici costituzionali, è il cancelliere che diventa il grande imputato.

È stato lui, non il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner o il verde Robert Habeck, a proporre questa soluzione. Ne aveva l’autorità, da ex ministro delle Finanze di Angela Merkel. E allora, questa fu l’idea: bilancio che rispetta alla lettera l’obbligo di non avere deficit oltre lo 0,35% del Pil e fondi speciali (60 miliardi per il clima e 200, ossia il Pil del Belgio, per stabilizzare i costi dell’energia) fuori dai libri regolari.

Trucchetti contabili, così li ha definiti la Corte costituzionale, adombrando perfino il paragone con la Grecia. In un impietoso articolo dello Spiegel, firmato da 9 giornalisti, si dice che proprio su questo patto sia nato il governo. E descrive il «sistema Scholz», incentrato su un cerchio magico quasi impermeabile all’esterno, dove riveste un ruolo chiave il tuttofare Wolfgang Schmidt.

Mentre il cancelliere pare mansueto in pubblico, viene descritto come molto consapevole, quasi arrogante in privato. Il titolo dell’articolo è La caduta del «Besserwisser» , un’altra delle intraducibili parole tedesche, «il signor so tutto io», l’uomo che la sa più lunga. E Besserwisser è l’epiteto che in tre giorni si è già attaccato a Scholz. Ieri l’ha citato anche Merz: «Lei sapeva meglio di tutti», ha detto, invece ha combinato il disastro. Cosa rimane a un cancelliere, il cui peculiare tratto — a parte la mitezza — era la competenza? Ben poco.

Scholz, già poco popolare, è crollato nei sondaggi. Il 51% dei tedeschi lo ritiene un cattivo leader: mai nessun precedessore aveva gradimenti così bassi. E ben tre partiti ieri, gli estremisti di destra e di sinistra, ma anche la Csu bavarese di Söder, hanno chiesto elezioni anticipate. Scholz arranca, in un passaggio ha chiesto ai cristiano-democratici un’iniziativa comune. Ma Merz ha già fatto sapere come la pensa: se il governo crede per il 2024 di levare un’altra volta il «freno del debito», la Cdu andrà dritta alla Corte costituzionale.

E se i numeri dell’economia tedesca sono così deboli — finita l’era del gas russo a basso prezzo, mentre l’export in Cina arranca — è quasi inevitabile che la manovra tedesca per l’anno prossimo passerà, se non per la recessione, almeno attraverso una crescita minima, sotto l’1,3% annunciato. Una pessima notizia per tutta l’eurozona, Italia compresa. Poi, certo, la Germania si dovrà chiedere, di fronte a simili difficoltà che resteranno per anni, se e come modificare il «freno al debito». […]

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