Repubblica sta con le borseggiatrici! Una volta tanto che il Governo prende un provvedimento contro le rom che evitano il carcere facendosi mettere incinta, il giornale di Elkann si schiera a loro favore

di Adriana De Conto per Il secolo d’Italia

Sconsiderata lettura di “Repubblica” del pacchetto sicurezza. Accusa il governo, nell’edizione oggi in edicola, di voler mandare le donne incinte e madri di piccoli in carcere. Nulla di più falso. L’accusa al governo è irricevibile. La lettura data fin dalla prima pagina del quotidiano diretto da Molinari della norma approvata dal Consiglio dei ministri non corrisponde a verità. Nell‘articolo si legge che “il consiglio dei ministri vara una stretta sui reati minori che consente la detenzione di madri (soprattutto se recidive) con bambini di età inferiore a tre anni (…) che finora era invece assolutamente proibita”.

Donne incinte e madri in carcere mai: sconfessata la propatanda fake di “Repubblica” e  della sinistra

Ebbene, qui sta l’errore, questo non corrisponde è vero. La detenzione come extrema ratio per madri con prole da 1 a 3 anni è già consentita dalla legge (art. 14 legge 354/1975 sull’ordinamento penitenziario) e questa disciplina resta immutata. Ribadiamo, pertanto, la verità e la sostanza delle misure introdotte dal governo, al di fuori di ogni strumentalizzazione. Le novità sono essenzialmente due:

Detenute madri, le alternative al carcere

1) si estende la possibilità di eseguire la pena negli istituti a custodia attenuata per detenute madri (di prole da 1 a 3 anni), quindi in alternativa al carcere:. E questo in precedenza non era previsto perché gli Icam sono usati solo per misure cautelari nella fase delle indagini e del processo, non per l’esecuzione di sentenze di condanne.

Mai il carcere per donne incinte e madri

2) Per le donne in gravidanza e madri di bambini fino a 1 anno – per le quali era sempre obbligatorio il rinvio della esecuzione della pena- ora si prevede il rinvio facoltativo. La pena sarà eseguita con misure alternative alla detenzione: come l’affidamento in prova, oppure sarà applicata la detenzione domiciliare o in case famiglie o in case di cura e assistenza. Infine, solo se recidive e se vi è un grave pericolo di commissione di altri reati, queste ultime dovranno espiare la pena negli istituti a custodia attenuata per detenute madri. Ma mai in carcere.

“Sconsiderata lettura delle sinistre”

La propaganda fake fa il suo gioco torbido, ma la verità è tutt’altra. “Sconsiderata la lettura che le sinistre, per il tramite dei loro giornaloni, danno delle misure assunte in cdm”. Tuona la deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany. Scrivere con noncuranza che l’esecutivo vuole mandare le donne incinte e madri di piccoli in carcere “è falso”. La realtà è che si permette, per chi è madre di figli da uno a tre anni di scontare la pena in istituti di custodia attenuata. Qui i figli possono essere accuditi, cosa che fino ad oggi non era prevista. L’interesse che persegue il governo – ribadisce forte e chiaro-  di pari passo con quello della sicurezza dei cittadini, è sempre quello della tutela dei più fragili”.

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