Un appello disperato, ma inascoltato. Indi Gregory, la bambina di 8 mesi afflitta da una malattia giudicata incurabile dai medici del Queen’s Medical Centre e dai giudici britannici, ha dovuto dire addio ai supporti vitali che la mantenevano in vita. La decisione, che arriva come un colpo al cuore per i genitori, è stata confermata ier, sabato 11 novembre, nonostante la battaglia legale che ha visto coinvolta anche l’Italia.
Indi “si è ripresa”, i genitori chiedono soluzioni diverse
Simone Pillon ha pubblicato un messaggio su X in cui ha spiegato le condizioni attuali di salute della piccola: “Ieri dopo l’estrazione Indi Gregory ha smesso di respirare. Poi la piccola guerriera si è ripresa e sta lottando, assistita con amore e coraggio da mamma e papà. Durante la notte ha avuto stress e affaticamento: i genitori vorrebbero soluzioni diverse. Preghiamo e lavoriamo”.
La neonata di 8 mesi nata con una gravissima malattia, nonostante siano state avviate le procedure per il distacco dei macchinari di sostegno vitale è ancora in vita. Il distacco dei macchinari prevede una procedura per accompagnare gradualmente alla morte la piccola, che potrebbe restare in vita per ore o per qualche giorno in base a come risponderà il suo organismo.
La rabbia del padre
“Siamo stati scortati fuori dall’ospedale — fa sapere il signor Gregory — dagli addetti alla sicurezza e da qualche poliziotto. Quando siamo arrivati al piano terra hanno controllato la zona fuori dall’edificio dell’ospedale prima di farci salire in ambulanza”. È ancora: “Indi — ha aggiunto papà Dean — ha sopportato un viaggio di 45 minuti per arrivare all’hospice senza nessun problema, mentre ci avevano detto che i 18 minuti per raggiungere casa nostra sarebbero stati troppo pericolosi”.
Staccate le macchine a Indi Gregory ieri alle ore 16,10
È cominciato il percorso di sospensione dei sostegni vitali a Indi Gregory. Papa Francesco ha rivolto le sue parole alla famiglia :”Rivolgo il mio pensiero alla piccola Indi e alla sua famiglia, e a tutti i bambini che in questo momento nel mondo stanno soffrendo per la malattia o la guerra”.
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