Liliana Segre da Fazio e lo stucchevole stupore per il caos in Israele: tarantella buonista con un colpo al cerchio ed uno alla botte

Liliana Segre: “Oggi è molto difficile non avere paura, ma io voglio essere libera”

Liliana Segre è intervenuta alla prima puntata stagionale del programma televisivo Che tempo che fa, sul Nove (Discovery).
La senatrice a vita e superstite dell’Olocausto ha parlato della pace – “non ho mai insegnato le parole ‘odio’ e ‘vendetta’ e morirò così” -, della paura – “oggi è molto difficile non avere paura, però è più forte di me: voglio essere libera e non avere paura” – e dell’importanza del rispetto dell’altro.

(ANSA) Standing ovation per Liliana Segre ”donna di pace” per Fabio Fazio, al suo ingresso nel nuovo studio di Che tempo che fa all’esordio della nuova stagione sul Nove: ”che sono molto felice che ci abbia consentito ancora una volta di ospitarla”, dice Fazio.
Si passa al tu su richiesta della senatrice che porta un vistoso cerotto sulla fronte (”ho sbattuto in cucina mi è venuto un bernoccolo”), ”una grande fatica – dice Segre – ho ascoltato mentre aspettavo quelli che hanno parlato e mi ha colpito David Grossman che ha trovato parole straordinarie, paura del momento, incubo del futuro.

Uno che ha perso un figlio, che conosce il mondo in cui vive, con le delusioni, con le speranze”.

Una cosa dice che voleva dire già un mese fa quando le è arrivato l’invito: ”ho sempre pensato che quello che volevo lasciare di me è quella commissione di cui sono la presidente contro l’incitamento all’odio, che per fortuna è stata mantenuta nell’attuale legislatura”. ”Quando ti capita di essere viva e ascolti quello che accade in un mondo in cui speri che non ci sia incitamento all’odio. Quando si sperava che israeliani e palestinesi potessero convivere. Allora è tutto inutile? Che speranze ci sono per una nonna come sono io? Quello che è successo a bambini colpevoli solo di essere nati, ti porta ad un tempo lontano in cui pensavo di non vivere più”.

‘Quello che accade non mi fa dormire ma essendo una donna di pace non ho una risposta del perchè”, spiega Segre.

”Mitezza è una parola talmente lontana da questi tempi che io stessa mi sono detta ma ‘come mi è venuta in mente questa parola’, pronunciata in quelle sacre stanze dove aleggiava il conflitto”. Quanto al 16 ottobre ”io non sapevo nulla perchè ero nascosta da generosi amici che rischiavano la vita per me.

Nemmeno al campo ne ho saputo nulla poi ho conosciuto una ragazza romana che mi raccontò come erano andate le cose.

C’erano i miei nonni che si salvarono pur essendo stati nella situazione il 16 ottobre di essere rastrellati”.

‘Oggi è molto difficile non avere paura ma è più forte di me io non ho paura e questa è l’eredità morale che voglio lasciare ai miei figli e ai miei nipoti’..

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