“Chiedo scusa a Novak Djokovic” Dimostrare di avere le palle senza giocare alla vittima funziona: la meravigliosa lettera aperta di Giampiero Mughini all’immenso campione di vita, prima ancora che di sport

Giampiero Mughini per Dagospia.com

Caro Dago, la questione del giorno è indubbiamente se sì o no noi vedovi di Roger Federer dobbiamo chiedere scusa al mostruoso tennista Novak Djokovic per averlo così a lungo reputato un abusivo tra quanti figurano alla vetta del tennis agonistico di tutti i tempi. Non dirò con chi (è un famoso tennista italiano) ancora qualche mese fa davamo entrambi del “pallettaro” a Djokovic. Il quale nel corso della sua carriera raramente ha avuto l’appoggio del grande pubblico.

Nei casi a lui più favorevoli, dicevano che sì era uno che “vinceva” ma che non “convinceva”. Che i punti li faceva, ma che il più delle volte non erano punti smaglianti, erano il frutto del suo accanimento quanto allo stare in campo. Detto ancora più banalmente, non perdonavamo a Djokovic di avere annullato quei due match-point che alcuni anni fa avrebbero consentito a Re Roger di conquistare per la nona volta il torneo di Wimbledon.

Sì, eravamo accecati dalla passione per Roger, per il suo gioco in ogni particolare scintillante, per il suo rovescio a una mano. Sì, dobbiamo chiedere scusa al mostruoso serbo, il quale ha già incamerato 24 slam – oltre ad avere sfiorato quest’anno la conquista del Grande Slam, la vittoria nello stesso anno di tutti e quattro i tornei maggiori – ma che per come è e gioca con i suoi 36 anni ha l’aria di essere candidato a vincerne ancora molti.

Ieri notte ha fatto di tutto. Ha risposto come nessun altro al mondo, ma questo lo sapevamo. Ha azzeccato un’alta percentuale di prime palle di servizio, ed è stata lì la gran sofferenza dell’altrettanto prodigioso russo Danilli Medvedev. Su quelle sue prime palle di servizio Djokovic s’è scaraventato a rete con la stessa naturalezza di uno che non avesse fatto altro nella sua vita.

Ha variato al possibile gli schemi del suo attacco. Ha tenuto botta contro gli sfiancanti “palleggi” di Medvedev, ed è idiota definirli  “palleggi” dato che erano una successione di siluri. Sì, ha fatto di tutto, ha persino vinto un set (il secondo) nel momento in cui il russo giocava meglio di lui.

E poi, diciamolo francamente. Nel suo non fare mai il piacione, a me Djokovic sta simpaticissimo. Non per niente parla italiano meglio di molti italiani, non ci vuole molto. Non fa il piacione quando parla della Serbia, dei suoi problemi, della sua storia drammatica, dei suoi personaggi meno rassicuranti. Non ha fatto il piacione quando è andato in Australia ad aspettare in albergo per giorni che lo facessero giocare anche se non vaccinato contro il covid.

 Lo so che è un tema delicato, e per quanto mi riguarda si fossero dovuti fare 25 vaccini li avrei fatti tutti e 25. Però uno che se ne fa un principio di quella faccenda e che per questo è disposto a pagare un presso altissimo (in termini di popolarità, di graduatoria sportiva, di denari da mettere in tasca), a me piace molto. Molto.

Auguri, campionissimo. Sono sicuro che Re Roger sottoscriverebbe queste mie parole.

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2 comments
  1. Non so, ma il testo ha il sapore di una beffa. E’ abbastanza chiara la preferenza per Federer ma non c’è lode per Djokovic ma quasi un rammarico celato tra le parole positive, un peccato che sia lui e non un altro a stabilire un record tennistico. Sinceramente una persona che dichiara di farsi tutti i trattamenti medici preventivi (vaccini ormai è una parola vuota) senza porsi nessuna domanda, non può essere considerato come opinionista ma bensì come megafono o portavoce di altri.

  2. Chissà se il “mughetto” si è veramente fatto inoculare il siero magico… oppure una bella soluzione fisiologica come i parlamentari, i vari vips, i massoni, e tanti altri… mentre il pollame italiota, che s’ingoia, senza pensare, qualsiasi lurido becchime mediatico, si è fatto sierare con il liquame de popolante.

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