Boom di morti sotto i 40 anni tra chi ha ricevuto tutte le dosi del sacro siero: mentre in Italia i dati non vengono pubblicati, nella vicina Gran Bretagna il report aggiornato a fine agosto non lascia ombra di dubbio

Vaccino Covid, Maurizio Federico (virologo ISS): “Boom morti tra 18 e 39 anni dopo 4a dose in Inghilterra” – LO STUDIO

Maurizio Federico ĆØ il responsabile del Centro nazionale per la salute globale dellā€™Istituto Superiore di SanitĆ 

tratto da Il Giornale d’Italia


Mentre in Italia i dati sulla mortalitĆ  in eccesso, associata o meno alle vaccinazioni Covid, sono ancora in fase di elaborazione da parte dell’Istituto Superiore di SanitĆ Ā (ISS) e non si conosce ancora la data di pubblicazione, l’Office for National StatisticsĀ (ONS) nel Regno Unito ha fornito un quadro dettagliato dell’extra-mortalitĆ  tra il 1Ā° aprile 2021 e il 31 maggio 2023.

Recentemente, ĆØ emerso che l’Istituto di Statistica britannicoĀ non pubblicherĆ  piĆ¹ “l’analisi dei decessi per stato vaccinale”. Tuttavia, l’ultimo aggiornamento, datato 29 agosto, ha rivelato dati preoccupanti riguardanti il numero di decessi tra coloro che hanno ricevuto ben quattro dosi di vaccino anti-Covid. A fare chiarezza su questa situazione ĆØĀ Maurizio Federico, responsabile del Centro per la salute globale presso l’Istituto Superiore di SanitĆ , in uno studio condotto perĀ La VeritĆ .

Vaccino Covid, virologo e ISS Maurizio Federico: “In Inghilterra, boom morti tra 18 e 39 anni dopo 4a dose” – LO STUDIO

La scelta di concentrarsi sullaĀ fascia d’etĆ  18-39 anniĀ non ĆØ casuale, poichĆ© in questo intervallo di tempo la mortalitĆ  in generale ĆØ la piĆ¹ bassa. Pertanto, se dopo la quarta dose si osservano numeri di decessi 3-4 volte superiori rispetto ai non vaccinati, con picchi di 8-16, dovrebbero sorgere delle preoccupazioni prima di raccomandare nuove campagne di vaccinazione.

 

Extra-mortalitĆ  tra i quadrivaccinati

I dati iniziali considerati nella tabella risalgono ad agosto 2022, quando diventano statisticamente significativi i numeri relativi alla quarta dose o al richiamo. In quel mese, suĀ 4.231 persone che avevano ricevuto almeno 21 giorni prima la quarta dose, si registrarono 20 decessi non correlati al Covid. Nel frattempo, tra i 207.622 non vaccinati, ci furono 106 decessi. Tuttavia, a trenta giorni di distanza, il 9 settembre, su 4.448 persone con la quarta dose, i decessi erano saliti a 26, mentre erano scesi a 66 tra i 201.007 non vaccinati.

Questi dati mostranoĀ un’extra-mortalitĆ Ā sorprendentemente alta tra coloro che avevano ricevuto il doppio richiamo. Nel corso dei mesi successivi, il numero di persone plurivaccinate aumentava, ma il tasso di mortalitĆ  rimaneva costantemente piĆ¹ alto tra i vaccinati, risultandoĀ 3 o 4 volte superiore rispetto ai non vaccinati.Ā Ćˆ importante notare che non si tratta di numeri riferiti a una piccola parte della popolazione, ma a centinaia di migliaia di persone prese in considerazione dall’Istituto di Statistica inglese.

La trasparenza nella mortalitĆ  in eccesso in Italia

In Italia, la questione della trasparenza nei dati di mortalitĆ  in eccesso in relazione allo stato vaccinale ĆØ ancora aperta. La mancanza di accesso a questi dati rende difficile valutare la percentuale di decessi correlabili o meno alla somministrazione di due, tre o piĆ¹ dosi di vaccino. Questa carenza di trasparenza ĆØ ancora piĆ¹ evidente in assenza di una farmacovigilanza attiva e di un rapporto sugli eventi avversi causati dai vaccini anti-Covid, dato che attualmente i dati sulle segnalazioni confluiscono nel Rapporto sulla Sorveglianza Post-Marketing di tutti i vaccini, pubblicato solo una volta l’anno dall’Agenzia Italiana del Farmaco.

ƈ fondamentale considerare che la morte ĆØ un evento estremo e statisticamente ancora piĆ¹ raro nella fascia d’etĆ  18-39 anni, dove la percentuale di individui fragili ĆØ fortunatamente molto bassa. Tuttavia, rimane un’enorme lacuna nelle nostre conoscenze riguardo agli eventi intermedi. Non sappiamo con precisione quali patologie o reazioni correlate alla vaccinazione possano manifestarsi in questa popolazione principalmente sana e se tali eventi stiano avendo un impatto sulla loro salute complessiva.

Inoltre, c’ĆØ un’evidente mancanza di trasparenza riguardo alle eventuali modifiche apportate ai vaccini per migliorarne la sicurezza. Siamo informati su quale vaccino ĆØ raccomandato, ma abbiamo poche informazioni dettagliate su come le case farmaceutiche abbiano affrontato la sicurezza nei loro prodotti.

Effetti avversi e campagne vaccinali

ƈ cruciale chiedersi se stiamo monitorando adeguatamente la gravitĆ  di diverse reazioni avverse, come miocarditi, trombosi venose profonde, ictus e aborti, specialmente nelle fasce di popolazione piĆ¹ giovani. In questa fase di incertezza, che continua quasi tre anni dopo l’inizio delleĀ vaccinazioni anti-Covid in Italia, ci viene soltanto “raccomandato” un ulteriore richiamo con un vaccino aggiornato, ma ciĆ² avviene senza chiare indicazioni sulla sua sicurezza.

In particolare, le donne in gravidanza e in allattamento sono tra le destinatarie di queste raccomandazioni, seguendo le linee guida ministeriali. ƈ importante notare cheĀ PfizerĀ ha dichiarato di non aver condotto sperimentazioni su questa fascia delicata, e i dati forniti dall’ONS sollevano delle preoccupazioni legittime.

La situazione diventa ancor piĆ¹ complessa quando consideriamo l’etĆ  media in cui le donne diventano madri, che ĆØ di 32 anni in Italia, ma non possiamo trascurare la presenza di madri piĆ¹ giovani. La mortalitĆ  in eccesso tra iĀ quadrivaccinati dai 18 ai 39Ā anni nel Regno Unito solleva interrogativi importanti. ƈ davvero necessario somministrare molteplici richiami a persone sane che, se contraggono il virus, hanno un basso rischio di sviluppare una malattia grave o di morire? La situazione non ĆØ piĆ¹ quella dell’emergenza pandemica in cui milioni di persone si sono vaccinate in un clima di paura e incertezza.

Oggi, con ilĀ Sars-CoV-2Ā che sembra essersi adattato all’umanitĆ  e diventato endemico, le varianti non destano particolare preoccupazione. Come ha dichiarato il presidente di Aifa,Ā Giorgio PalĆ¹, “finiamola di mettere paura alla gente”. Tuttavia, persistono le richieste affinchĆ© tutti, compresi bambini e individui sani, continuino a vaccinarsi. ƈ fondamentale che ilĀ Ministero della Salute e l’ISSĀ formino una chiara e dettagliata comprensione di questi farmaci prima di procedere ulteriormente con le raccomandazioni.

Chi ĆØ Maurizio Federico

Maurizio Federico ĆØ ilĀ responsabile delĀ Centro nazionale per la salute globale dellā€™Istituto Superiore di SanitĆ Ā (Iss). Si ĆØ laureato nel 1982 inĀ Scienza Biologiche all’UniversitĆ  di Roma La SapienzaĀ (110 e lode). Successivamente ha avuto vari incarichi, vediamoli di seguito.

Dopo la laurea,Ā Maurizio FedericoĀ ha svolto un internato presso ilĀ laboratorio di Virologia dell’Iss. E ancora: tra il 1985 e il 1992 ĆØ stato ricercatore presso il laboratorio di virologia dello stesso Istituto superiore di sanitĆ ; tra il 1992 e il 2005 ĆØ stato ricercatore di ruolo presso il Dipartimento di malattie infettive e parassitarie; dal 2006 ad oggi ĆØĀ direttore del reparto “Patogenesi e Retrovirus”Ā presso il centro nazionale AIDS. E, infine, dal 2007 ad oggi ancheĀ Dirigente di ricerca presso il Centro Nazionale AIDS dell’Iss.

Il dottoreĀ Maurizio FedericoĀ ha iniziato la suaĀ carrieraĀ scientifica come studente presso il laboratorio di Virologia dell’Istituto superiore di SanitĆ . Negli anni ’80, nel periodo cioĆØ di massima diffusione dell’AIDS in Italia, ha fatto parte del team scientifico dedicato all’isolamento e caratterizzazione degli isolati di HIV-1 circolati in Italia. In questo contesto ha contribuito al clonaggio molecolare e sequenziamento del del primo ceppo di HIV in Italia. Il risultato piĆ¹ originale ottenuto ĆØ stato l’isolamento di un ceppo di HIV non producente la cui espressione blocca la replicazione diĀ HIV-1 superinfettante. Tale scoparta ĆØ stata oggetto di un brevetto in collaborazione con scienziati di MolMed.

Negli anni 90 Maurizio Federico ĆØ diventato il leader di un team scientifico focalizzato alla ricerca di base su HIV, e ha pubblicato i dati prodotti come senior author su riviste internazionaliĀ di alto impatto. Nello stesso periodo, il team da lui guidato ha tenuto una serie di importanti collaborazioni con leader di gruppi scientifici nazionali e internazionali nel capo dell’HIV.

PiĆ¹ recentementeĀ Maurizio FedericoĀ ha intrapreso studi di ricerca traslazionale riguardanti esosomi, nanovescicole naturali rilasciate da tutti i tipi cellulari. Questi studi hanno permesso di ottenere nuove scoperte sui meccanismi patogenici dell’HIV, ma soprattutto hanno rappresentato il punto di partenza per l’implementazione di una piattaforma originale per la produzione di vaccini CTL contro malattie infettive e tumori.

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