Due casi di cronaca tornano a pungolare l’opinione pubblica su due questioni assi importanti, soprattutto in un periodo in cui si parla spesso di riforma della Giustizia. Due casi di cronaca che ci spingo a riflettere su due aspetti: da una parte la revisione dei cosiddetti “permessi premio” (come è possibile che l’assassino di una 16enne esca dal carcere dopo appena 6 anni di reclusione?), dall’altra la responsabilità dei magistrati che sbagliano: perché restano sempre impuniti? Partiamo dal caso di Nweke Chukwuka, un nigeriano che ha massacrato di botte Iris Setti in un parco di Rovereto. Una pm aveva deciso di lasciarlo in libertà nonostante le misure cautelari sollecitate dalla polizia. Il risultato? Quello che tutti ora sanno. Perché chi si è preso la responsabilità di lasciarlo libero ora non deve pagare? Arriviamo poi Lucio Marzo, che uccise la sua fidanzatina di 16 anni. La legge lo premia e lui esce dopo pochi anni di carcere. È possibile tutto questo? È ancora tollerabile? No. Per questo l’appello al ministro Nordio di Maurizio Belpietro, direttore de LaVerità, è da applausi.
Propone infatti Maurizio Belpietro su LaVerità: “La politica dovrebbe decidersi a introdurre i reati colposi anche nei confronti delle toghe e non soltanto per chi guida un’auto o opera un paziente”. Come mai un sostituto procuratore che non intervenga di fronte alla segnalazione delle forze dell’ordine deve restare impunito? La legge è uguale per tutti, dice la Costituzione. “Dunque, a maggior ragione – incalza il direttore – dovrebbe essere uguale anche per chi è chiamato ad applicarla”, i pm appunto. È ora di cambiare la legge. Poi Belpietro si rivolge direttamente al ministro della Giustizia: “Metta mano a fatti più di sostanza, come gli arresti ingiustificati e quelli mancati”. E poi: “A Carlo Nordio è richiesto un supplemento di riflessione anche sulla legge Gozzini, quella che per prima introdusse i benefici per i condannati”.
Belpietro, l’appello a Nordio sulla responsabilità dei pm
Il caso di Lucio Marzo, condannato a 18 anni di carcere per aver assassinato Noemi Durini, già libero dopo appena 6 anni è insopportabile. Soprattutto perché appena libero l’omicida è stato fermato alla guida di un’auto completamente ubriaco. Chiede dunque Belpietro: “Che sarebbe successo se invece di incontrare i carabinieri, il giovanotto premiato dai giudici avesse provocato un incidente con vittime? Chi avrebbero dovuto ringraziare i familiari delle persone investite?”. Possibile che anche in questo caso i pm sarebbero rimasti impuniti? Lo Stato non può continuare a permettersi di far passare questi due messaggi. Chi sbaglia paga. Punto. Quindi: che si rivedano le leggi sui permessi premio e sulle responsabilità dei magistrati. Nordio non può restare indifferente.
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