Il piagnisteo di Cosimo e Giovanni: si sono comprati una figlia a pagamento e adesso frignano perché non possono tornare in Italia

Cosimo e Giovanni sono una coppia da diversi anni, vivono a Londra e tre mesi fa sono diventati genitori di una bambina. Ma la felicità per questo sogno realizzato è oscurata dall’impossibilità di tornare in Italia, dove la piccola Sole “perderebbe” un papà.

di Chiara Daffini per Fanpage

“Io e Giovanni ci siamo conosciuti a Londra una decina di anni fa”, racconta a Fanpage.it Cosimo Mirigliano, architetto e scrittore (L’estate interrotta e Due corpi una sola mente, casa editrice PubMe) calabrese trapiantato prima a Milano e poi nel Regno Unito.

“È stato quasi per caso – continua Cosimo -, eravamo alla fermata dell’autobus e nel sentire qualcuno che parlava italiano ho subito attaccato bottone, non parlavo bene inglese e trovare un connazionale era acqua nel deserto”.

Entrambi escono da storie importanti: “Io ero stato per anni con una ragazza – spiega Cosimo -, Giovanni era divorziato, con figli. Da un’amicizia è poi nata una storia d’amore”.

“Qui siamo come una coppia etero in Italia”
Vivere la propria omosessualità nel Regno Unito, dove i due abitano ancora oggi, è naturale. “Qui non ci sono diseguaglianze – precisano Giovanni e Cosimo -, proprio perché essere una coppia dello stesso sesso non viene visto come differenza”.

“Per esempio – dice Cosimo – nel nostro palazzo ci sono altri due papà gay con un bambino, due clienti di Giovanni sono mamme lesbische con un figlio”. “Qui – aggiunge Giovanni – siamo come una coppia eterosessuale in Italia. Ma prima di tutto siamo persone”.

La notizia della loro relazione viene ben accolta anche da parenti e amici: “Le nostre famiglie e i colleghi ci hanno sempre supportato – ricorda Giovanni -, mio figlio è venuto a stare da noi per più di un anno”.

“Marco – continua – non andava bene a scuola e per questo io e sua madre avevamo deciso di farlo venire qui. Nel giro di un anno è diventato il più bravo dell’istituto”.

“Questo per dire – conclude – che non è questione di essere una mamma e un papà, ma di essere genitori che amano e prestano attenzione ai figli. Un bambino o una bambina, ragazzo o ragazza, hanno bisogno di questo”.

Un periodo buio e poi Sole
“Da anni volevamo un figlio – dice Cosimo -. Poi abbiamo incontrato una coppia inglese che aveva già un bambino di 7 anni Abbiamo fatto amicizia e raccontato loro la nostra storia e il nostro sogno”.

Il sogno è quello di avere un figlio: “L’idea – spiega Cosimo – era però di non rivolgerci a una clinica, volevamo restare in contatto con la ‘madre surrogata’ per diverse ragioni”.

“Innanzitutto – chiarisce – perché se mia figlia ha bisogno di una trasfusione di sangue voglio sapere subito a chi rivolgermi”. “E poi – aggiunge Giovanni – perché ogni bambino ha il diritto di conoscere le proprie origini”.

La bimba arriva dopo un periodo difficile. “Avevamo appena perso io la mamma e Cosimo il papà – racconta Giovanni – e, parlando con questa nostra amica è arrivata la proposta di farci da mamma surrogata”.

E così il 28 dicembre 2022 nasce Sole. Tecnicamente è Cosimo il padre biologico, ma a Giovanni spetta l’onere e l’onore di tagliare il cordone ombelicale: “Quando l’infermiera mi ha chiesto se volevo farlo – ricorda Cosimo -, mi sono girato dall’altra parte, ho guardato Giovanni e gli ho detto ‘Non me la sento, fallo tu'”.

“E per me – aggiunge Giovanni – è stata una sorta di rivincita, visto che non avevo avuto la possibilità di farlo con i miei figli più grandi”.
Due papà a tempo pieno
Sole arriva a stravolgere e riempire di felicità la vita dei suoi due papà. “Abbiamo delle occhiaie tremende – scherza Cosimo -, d’altronde, essendo lontani dai parenti, non possiamo fare affidamento su aiuti esterni”.

“Cosimo lavora durante il giorno, io invece ho un piccolo locale che tengo aperto tre volte a settimana – spiega Giovanni -, quindi la maggior parte delle volte mi occupo io della bimba la notte, perché lui deve alzarsi presto al mattino”.

“Ma io – si vanta Cosiamo – sono il più bravo ad addormentarla, con la mia ninna nanna in un attimo è nel mondo dei sogni, per fortuna, comunque, riusciamo ad alternarci bene i compiti”.

“Infatti con me – aggiunge Giovanni – fa i corsi in piscina il pomeriggio. E poi ci sono i giochi, ha una passione particolare per le forme geometriche, forse avrà preso dall’altro papà architetto”.

Una serenità oltre confine
Una serenità che trova confini solo geografici. “L’unica ombra di queste settimane – confidano i due papà – è che se volessimo tornare in Italia non potremmo farlo senza conseguenze per nostra figlia”.

Cosimo ha parte della famiglia ancora a Milano e ha ricevuto diverse offerte di lavoro nel nostro Paese. “Non è che non possiamo tornare – precisa la coppia -, è che a queste condizioni, dopo i recenti provvedimenti del Governo italiano, non ce la sentiamo”.

“Non essendo padre biologico – spiega Giovanni -, se ci trasferissimo in Italia io non avrei più alcun diritto su mia figlia. Non potrei andare a prenderla a scuola senza delega o accompagnarla a danza. O, peggio, se le succedesse qualcosa andare da lei in ospedale e avere sue notizie”.

“Sono molto amareggiato da quanto sta succedendo in Italia in questo periodo – dice Giovanni -. Non mi aspettavo questo passo indietro che riporta il Paese a 80-90 anni fa, è terribile“.

“Chiediamo solo diritti, per noi e soprattutto per nostra figlia, ma il problema – conclude – non è del popolo italiano, che sta dimostrando sensibilità verso questo tema e sostegno a chi ne è direttamente interessato. Il problema è di chi ci, anzi vi, governa”.

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  1. anche tra gli animali c’è un maschio e una femmina a procreare, voi sotto le lenzuola fate ciò che più vi aggrada, è un vostro sacrosanto diritto, ma la natura impone un uomo e una donna a fare da genitori, è distorta la vostra mente, non tutto ciò che si desidera deve essere esaudito come se fosse un regalo, un figlio non è un compiacimento, non è un regalo, dunque per certe scelte ci sono anche delle cose a cui dover rinunciare. E’ l’unica cosa buona che c’è in Italia in questi ultimi anni, non concedere certe mostruosità.

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