Lavoro come vigilante per una paga da fame: il figurante degli spot di Fazio denuncia il contratto indegno all’aeroporto di Torino

Attore nello spot di Che tempo che fa e in varie fiction, Filippo Locantore lavora all’aeroporto di Caselle «per una paga da fame»

Filippo Locantore è il cameriere che viene preso in giro da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto nello spot che lancia Che tempo che fa sul canale Nove. E’ Fausto, un tossicodipendente della mini serie «Giustizia per tutti, un poliziotto nella fiction Ognuno e’ perfetto, un padre ne Il Paradiso delle signore e una miriade di altri personaggi in produzioni Rai e Mediaset. E’ anche però una guardia non armata che viene pagata 5,16560 euro lordi all’ora, da una delle tante società che lavorano nel settore della vigilanza offrendo stipendi molto bassi. Alcune sono state indagate negli ultimi mesi per lo sfruttamento dei propri dipendenti. Locantore ha 53 anni e vive a Torino, da cinque è impiegato nel campo della sicurezza. «Per lo spot di Che tempo che fa ho guadagnato in 4 ore quello che, come sorvegliante, prendo in 15 giorni. Certo, è ovvio che la paga sia maggiore ma la differenza tra le due retribuzioni è davvero eccessiva».

La maggior parte del suo tempo di lavoro lo trascorre all’aeroporto Caselle di Torino. «Mi occupo soprattutto della sicurezza agli arrivi, io e miei colleghi siamo un ‘aiuto’ per le forze di polizia. Non è un brutto lavoro anche se si sta sempre in piedi e a volte le gambe si gonfiano. Il problema non e’ il lavoro in sé ma quanto mi danno». Il suo stipendio mensile varia perché il numero di ore è mutevole in base alle esigenze del datore. «Ma più di un tot di ore non me le fanno fare, nemmeno volendo. Ti mettono un limite».

Benzina per andare sul posto di lavoro e parcheggio sono a suo carico. Non sono previsti buoni pasto, gli straordinari sì. «La pausa pranzo è di un quarto d’ora. Panino e acqua me li porto da casa, una pizza costa 7 euro in aeroporto, molto di più di quello che prendo in un’ora come guardia».

Ha la fortuna di avere una famiglia a Torino che lo aiuta se proprio mancano i soldi per la spesa. «Poi cerco di fare altro – ha raccontato all’agenzia Agi-. Per esempio, sabato mattina mi sono svegliato presto e sono andato ad aiutare un amico muratore in pensione a fare dei lavori. Poi sono andato in aeroporto. Il mio amico mi ha dato cento euro in nero. Dopo il Covid è aumentato tutto. Prima facevo una spesa settimanale di 45 euro, ora di 70, Se passassi a “guardia armata” guadagnerei di più, ma non mi piace l’idea di avere un’arma».

Quelle al massimo, le usa nelle fiction, tra le altre in cui ha recitato c’è anche «Squadra antimafia». Il reddito di cittadinanza? «Non mi spetta perché ho un contratto a tempo indeterminato e una casa di proprietà che comprai qualche anno fa. Molto carina anche se in un quartiere brutto di Torino». Filippo Locantore, attore e vigilante, ha una speranza: «Non voglio fare la vittima però queste paghe sono pazzesche, indecenti. Credo che sia molto importante far passare il salario minimo». Gli manca una cosa in particolare: «Non poter mai offrire una cena a un’amica. Sapendo che non posso farlo, non ci esco nemmeno. Mi vergogno».

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