Caso La Russa jr, al momento il bicchiere con la droga rimane solo nella fantasia dell’amica della ragazza che ha fatto denuncia. Al momento nessun testimone ricorda di averlo visto

Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per corriere.it

Tutto come prima. Anche dopo il primo giro di audizioni, nessuna delle quattro testimoni è stata in grado di affermare di aver visto Leonardo La Russa versare qualcosa nel bicchiere offerto in discoteca alla 22enne che lo ha poi denunciato per violenza sessuale; ma l’amica della ragazza ha ripetuto davanti ai pm di averla vista perdere il controllo di sé subito dopo che il figlio del presidente del Senato le aveva dato il drink.

Questo aspetto, che è sicuramente rilevante perché eventualmente sarebbe un’aggravante, non è determinante per il tema fondamentale che l’inchiesta deve chiarire: il pm Rosaria Stagnaro e l’aggiunto Letizia Mannella, infatti, devono soprattutto ricostruire se la ragazza, al momento in cui c’è stato il rapporto con Leonardo Apache La Russa, fosse in condizioni di esprimere il consenso consapevole che chiede la legge.

Per fissare questo punto cruciale, gli investigatori non solo proseguono la ricerca di altri testimoni tra le persone che erano presenti nella discoteca Apophis alla serata tra il 18 e il 19 maggio, dove la 22enne e la sua amica andarono a ballare dopo aver consumato cocaina, ma stanno ancora anche cercando le immagini delle telecamere di sorveglianza all’intero e all’esterno del locale e lungo il tragitto che i due giovani avrebbero fatto in auto tra la discoteca e casa La Russa.

IL PADRE DELLA RAGAZZA

Da open.online

Il padre della ragazza che accusa Leonardo Apache La Russa di stupro parla con La Verità. E sulla storia della figlia ha le idee chiare: «Io posso dire che voglio tanto bene alla mia bambina, che sono dispiaciuto per quanto le è accaduto.

Non sono un bacchettone, mia figlia non è una verginella e se fa sesso con qualcuno, fa parte della sua vita. Il problema non è quello. Il problema è se una ragazza lo fa e non sa di averlo fatto perché ha preso una sostanza di quelle che vengono definite generalmente “droghe del sesso”, credo che bisognerà cercare di capire quello. Il resto sono solo un sacco di chiacchiere. Commenti che si leggono su Facebook e altri social network». Intanto le indagini su quello che è accaduto all’Apophis di Milano e poi in casa del presidente del Senato puntano su altri testimoni.

Le indagini

Ad indagare la pm Rosaria Stagnaro e l’aggiunta Letizia Mannella. Il padre della ragazza dice che sarà molto difficile provare l’assunzione della droga dello stupro. Poi parla della cocaina: «Ovviamente io, come genitore, non posso che arrabbiarmi ma, purtroppo, la ragazza non dipende più da me». E questo perché «non solo è maggiorenne, ma vive con la mia ex moglie, donna dalla quale io mi sono divorziato 15 anni fa e da allora non comunichiamo.

Sono accaduti fatti molto incresciosi e tristi in questi 15 anni. Io e la mia ex moglie non ci siamo più parlati». Le figlie sono cresciute con lui: «Sono un padre estremamente presente. O, quantomeno, lo sono stato. Quando mi sono risposato sono diventate gelose e si sono un po’ allontanate da me. Adesso ho una bambina che difendo con tutte le mie forze, mentre le mie prime figlie sono figlie di divorziati e non hanno avuto l’educazione che io reputo necessaria».

Una vicenda terribile

Nel colloquio con Fabio Amendolara il padre dice che sua figlia ha vissuto una vicenda terribile «per il fatto di non sapere cosa abbia fatto in quelle ore di buco». E ancora: «Oggi i ragazzini non fanno delle gran vite, diciamocelo, e nel locale in cui si trovavano erano tutti drogati. È inutile che quello là (il riferimento è al presidente del Senato Ignazio La Russa, ndr) dica “mio figlio, invece, no”. E questa non è una colpa, è un fatto». E aggiunge che la realtà di Milano è terribile: «Adesso mia figlia verrà esclusa da certi giri perché ha fatto questa denuncia, figurati! Pazienza. Anche perché, secondo me, se esce da questa realtà è anche un bene. Credo di averle dato tutte le informazioni che potevo darle. Le chiedo di non farmi altre domande».

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