Flavio Briatore tappa ancora una volta la bocca alla feccia che travisa le sue esternazioni: ennesima lezione a chi non è in grado di educare i propri figli

Un copione già visto: Flavio Briatore fa un’esternazione, sostiene di non essere stato compreso e spiega quello che voleva dire. Anche in questo caso il suo “Tra 20 anni non ci saranno più falegnami o muratori o artigiani perché i figli li mandano all’università” di qualche giorno fa aveva scatenato numerose polemiche. Anche perché molti eccepivano che dovesse essere proprio lui il primo a instradare il figlio verso una carriera più “professionalizzante” sin da subito a quel punto.

Ecco adesso le precisazioni di Flavio Briatore a Libero: “Il mio ragionamento non è stato compreso. Non metto in discussione lo studio. Quando si finisce quel percorso di studi, se un giovane ha delle aspirazioni tipo diventare medico, ingegnere o avvocato fa benissimo a proseguire con l’università. Se invece non ha alcuna ambizione particolare e frequenta l’università solo per compiacere le aspettative dei genitori, questo è sbagliato e dico che è meglio che vada a lavorare”. “Io dico che se il figlio vede che l’attività del padre, ad esempio la falegnameria, va bene, è incentivato da grande a portarla avanti e non andare all’università per trovarsi, come i numeri ci dicono, su una piattaforma di disoccupati – chiarisce l’imprenditore -. Se lo Stato aiuta le imprese, aiuta i giovani figli a portarle avanti. Gli istituti tecnici, una volta considerati luogo di svogliati, sono invece una enorme risorsa che abbiamo e su cui lo Stato deve investire perché da lì uscirà la manodopera qualificata che terrà in piedi il nostro tessuto socio economico”.

Nathan Falco, il figlio di Flavio Briatore, “ha finito quest’anno la terza media. Inizierà il liceo che farà in collegio dove ci sarà anche una parte di food and beverage che potrà fornirgli le competenze per continuare il mio lavoro. Sia chiaro, partirà da zero come tutti, facendo il cameriere. È fondamentale se vuole un giorno diventare manager, partire dal basso come ho fatto io nella mia vita”.

“Io ho fatto geometra. Ragioneria era troppo complicata perché non ho mai avuto grande predilezione per i calcoli. Una volta presa la maturità mi sono subito voluto inserire nel mondo del lavoro facendo anche cose che non mi piacevano, ma era importante iniziare. Abitando in un piccolo paesino di montagna ho fatto il maestro di sci, poi il cameriere, vendevo e affittavo case, ho venduto assicurazioni. Prima c’era fame di lavoro, ambizione. Cosa che oggi non vedo in troppi giovani. Non sono nato ricco. La mia ricchezza me la sono costruita lavorando” conclude Flavio Briatore.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Article

Tara Djokovic è tutta papà: meravigloso siparietto in diretta a Wimbledon. Il campione sbaglia un servizio, il pubblico rumoreggia e l'inquadratura passa in primo piano sulla bimba presente in tribuna

Next Article

Carlo Ancelotti alla guida della Nazionale più prestigiosa del mondo: suo il Brasile a partire dalla Copa America del 2024

Related Posts