Oltre 100 giovani solo a Treviso con il cuore spaccato a rischio morte, ma l’Asl locale si vanta di avere un servizio per monitorare la loro salute. dal mondo all’incontrario, a voi studio

Oltre 100 giovani della provincia di Treviso hanno ricevuto la diagnosi di disturbo cardiaco con rischio di morte improvvisa. Tutti seguiti dalla Medicina dello Sport dellā€™Ulss 2, una volta ottenuto il responso, entrano in un innovativo percorso di monitoraggioĀ che chiama a raccolta cardiologo, psicologo, operatori del Suem 118, medico sportivo e familiari. Un modello destinato a fare scuola in Italia che sarĆ  presentato sabato al convegno ā€œLo sport nei giovani cardiopatici: perchĆ©, come, quandoā€.

Centro di riferimento

Ā«Grazie allā€™esperienza raccolta in dieci anni, con laĀ valutazione di 22 mila atletiĀ e oltreĀ 65 mila controlliĀ erogati, abbiamo sviluppato un protocollo di azione che ha portato il nostro reparto ad essere centro regionale di riferimento per le cardiopatie in etĆ  giovanileĀ» rileva il direttore generale dellā€™Ulss di Marca, Francesco Benazzi. Lā€™incidenza di questi disturbi ĆØ di 4 ogni 1.000 abitanti. Ā«AllaĀ MadonninaĀ seguiamo pazientiĀ dai 10 anni in su, lā€™etĆ  media ĆØ di 17 anni, ma non escludiamo i piĆ¹ grandiĀ» aggiunge il primario di Medicina dello Sport, Patrizio Sarto.

Il protocollo operativo

Si parte dallā€™elettrocardiogramma, le anomalie del tracciato, la ricostruzione dei sintomi, la valutazione del medico, lā€™analisi della morfologia del cuore e gli approfondimenti genetici sulla famiglia con lā€™UniversitĆ  di Padova, trattandosi molto spesso diĀ patologie ereditarie.

Ā«Lā€™importante ĆØ che il ragazzo con una diagnosi pesante non venga abbandonato per questo occorre che ci sia una stretta collaborazione con i familiari per indagare le cause del disturbo e il sostegno psicologico per supportare nel percorso dellā€™accettazione e dei comportamenti da seguireĀ» prosegue Sarto. Proprio per questo sono stati aggiunti degli altri tasselli al follow-up per migliorare la qualitĆ  della vita dei pazienti.

La centrale del Suem

Uno su tutti: lā€™inserimento dei dati del paziente con cardiopatia nelĀ databaseĀ del Suem 118. Ā«CosƬ facendo, in caso di chiamata dei soccorsi, comparirĆ  sullo schermo dellā€™operatore un alert sul paziente in questioneĀ» prosegue Marialuisa Ferramosca, direttrice del Suem di Treviso.

Al contempo, la centrale operativa sta provvedendo a formare al primo soccorso una sessantina di familiari di ragazzi conĀ cardiopatia. Ā«Quando cā€™ĆØ un arresto cardiaco diventano cruciali il tempo e le azioniĀ» conclude Ferramosca Ā«bisogna chiamare i soccorsi, ma anche saper praticare il massaggio cardiaco e adoperare il defibrillatoreĀ».

Esperti a confronto

Sabato 17 giugno, durante il convegno al Caā€™ Foncello (inizierĆ  a partire dalle 8.30 nella sala convegni dellā€™ospedale), interverranno la professoressa Cristina Basso, direttrice della patologia cardiovascolare dellā€™universitĆ  di Padova, tra iĀ massimi esperti mondialiĀ in materia, a seguire il primario Giovanni Di Salvo, della cardiologia pediatrica patavina, ad aprire i lavori il direttore del dipartimento di Prevenzione di Treviso, Paolo Patelli.

Non mancheranno le testimonianze dei pazienti affiancati dalla psicologa Vanessa Cavasin che lavora all’interno della medicina dello sport.

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