COSA NON SI FA PUR DI AGITARE “L’ALLARME FASCISMO” – “PIAZZAPULITA”, CONDOTTA DA CORRADO FORMIGLI, ATTRIBUISCE, SBAGLIANDO, ALLA SCUOLA “SAFFI-BORSI” DI ROMA IL QUESTIONARIO IN CUI COMPARE LA DOMANDA “DI CHE RAZZA È TUO FIGLIO?” E I GENITORI SI INCAZZANO – IL MODULO PER INDIVIDUARE I BAMBINI CON DEI PROBLEMI È STATO SCRITTO DA UN CENTRO CLINICO ACCREDITATO DALLA REGIONE LAZIO ED È STATO CONSEGNATO ALLE FAMIGLIE – IL COMUNICATO DEI GENITORI: “PIAZZAPULITA HA TRAVISATO LA REALTÀ…”
Comunicato Genitori della scuola Saffi-Borsi
Il Comitato Genitori della scuola Saffi-Borsi ribadisce il proprio sconforto nel vedere che nel questionario statistico proposto ai genitori da un centro clinico accreditato dalla Regione Lazio e non direttamente dalla scuola Saffi come erroneamente riportato dai giornali, sia riportata acriticamente una domanda, che riesuma l’odiato termine “razza” per riferirsi ai nostri figli e alle nostre figlie.
Ma siamo ancora più basiti nel vedere che un semplice post di Facebook fatto da un papà in buona fede possa essere preda di una strumentalizzazione mediatica arrivando a travisare la realtà in tal modo! Il massimo orrore è quello di Piazza Pulita di LA7 dove il questionario distribuito ai bambini di 2° elementare per diagnosticare precocemente disturbi specifici viene trasformato in un modulo d’iscrizione alla scuola.
Crediamo fermamente che quello della nostra scuola si tratti fondamentalmente di un eccesso di fiducia nei confronti delle autorità sanitarie dovuto al fatto che in Italia spesso si traducono senza rielaborarli materiali psicopedagogici provenienti dagli USA, dove il termine in questione ha una diversa storia e diversi significati politici.
Vogliamo anche aggiungere che la scuola non c’entra niente con questo test standardizzato nel 1965 e poi riapprovato nel 2001 attualmente in uso presso le ASL e centri clinici convenzionati e non. Dunque, non è giusto che venga messa in discussione. Oggi si parla di nazionalità e origine etnica dei test e ha un senso clinico e diagnostico su cui discutere. Ma sicuramente ha uno scopo di inclusione e non di esclusione.
Nel condannare qualunque tentativo di recupero del concetto di razza, nonché qualunque tentativo di uso in senso discriminatorio di altri termini come etnia o cultura (un uso di recente stigmatizzato anche dal comunicato “Quando si dice etnia ma si intende razza” delle associazioni italiane di antropologia, SIAA, SIAC, ANPIA e SIMBDEA), non possiamo però esimerci da una seconda valutazione, che riguarda la strumentalizzazione di questo episodio da parte di giornali e media.
La stessa solerzia con cui testate quali Corriere della Sera, Open per finire alla trasmissione di LA7 “Piazza Pulita” che travisando i fatti si affrettano ad utilizzare qualunque pecca o errore di una scuola pubblica definanziata e depotenziata, vorremmo vederla nel sostenere e pubblicizzare gli infiniti progetti di integrazione e sostegno alle diversità di una scuola come la Saffi-Borsi, che in un quartiere sottoposto a enormi pressioni e problematiche reali come San Lorenzo continua a mantenere una funzione pubblica di supporto e accompagnamento delle famiglie, anche straniere e di lotta al divario educativo.
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