Crisi di nervi per Elly Schlein! Le indiscrezioni clamorose dalle sede della feccia: la bamboccia, dopo la batosta dei ballottaggi ha sclerato come una zitella acida

Elly Schlein, rumors sullo sfogo: “Ingiusto che tutti mi stiano addosso”
La prima, sonora, sconfitta per Elly Schlein: il Pd esce con le ossa rotte dalle amministrative. E ovviamente i dem si interrogano sul nuovo corso impresso dalla segretaria: il cappotto è di quelli fragorosi, inattesi nelle proporzioni. Così si levano le prime voci, per esempio quella di Alessandro Alfieri, fedelissimo di Stefano Bonaccini: “Non si può non tener conto dell’elettorato moderato”, sussurra riferendosi alla segretaria.

Quindi Elisabetta Gualmini, europarlamentare dem, che va dritta al punto individuando quello che ritiene essere il problema: “Il Pd dice no a tutto. No al taglio del cuneo fiscale, mo al premierato (che avevamo lanciato noi), No a tutto. Aggiungendo che al Governo abbiamo i fascisti. E le nostre proposte non si capisce quali siano. Come si fa a convincere gli elettori?”.

Elly Schlein insomma già sotto processo. E la richiesta dei dirigenti del Pd è chiara: “Basta fare da sola“. Secondo quanto riporta il Corriere.it, al Nazareno si ipotizza già un mini-rimpasto in segreteria per placare gli animi e salvare Schlein. Già, siamo già a questo: tenerla in sella togliendo qualche fedelissimo dai posti di comando e sostituendolo con esponenti di altre correnti che la segretaria ha igornato. “Non può più decidere in perfetta solitudine”, dicono altri. E ancora: “Se vuole continuare a correre da sola perderà da sola”.

Da par suo, ad ora, Elly Schlein tace. Ma la scelta di annullare il viaggio a Bruxelles e di parlare con i suoi su Zoom, in videochiamata, la dice lunga: meglio “dribblare” le domande dei giornalisti. E sempre secondo il Corriere.it, la segretaria medita sulla prima contromossa: rilanciare, per l’ennesima volta, una fantomatica “costituente del Pd”. Idea che, francamente, appare piuttosto debole. Infine, sempre il Corsera, dà conto di uno sfogo della Schlein che inquadra perfettamente la (sua) situazione: “Datemi tempo. E comunque è ingiusto che mi stiano tutti addosso“, avrebbe sospirato con i suoi fedelissimi. Parole che danno la cifra del momento, dell’insicurezza, dei nervi che saltano: e a chi dovrebbero stare addosso, dopo il disastro alle urne delle ultime ore?

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