di Claudia Osmetti per Libero
Il famoso caso della salsiccia che inquina. Che ci sono lo smog e il traffico, le caldaie vecchie di ventāanni e gli scarichi industriali. Ma subito dopo viene lei: la salamella anti-ambientalista. Quella abbrustolita, quella sulla brace che sfrigola, quella pronta per il panino che di sensi di colpa te ne fa venire due. Tre, se abiti a Bologna. Il primo per la linea, il secondo per le polveri sottili e il terzo per il portafoglio. ChĆ© adesso ti becchi pure la multa, maledetto barbecue.
La giunta di centrosinistra di Bologna (quella del sindaco Matteo Lepore, Pd) ĆØ inflessibile: ha messo al bando le grigliate e non vuol sentire ragioni. Non puoi accendere neanche la carbonella nel giardino di casa tua, una domenica con gli amici, magari per festeggiare quel che saranno fatti tuoi vuoi festeggiare: sennĆ² arriva un vigile, probabilmente richiamato dal profumino delle patate arrosto, e ti allunga un verbale. Qualche centinaia di euro di sanzione e arrivederci, pagare alla cassa (anzi: pagare allāufficio riscossioni, ma il concetto ĆØ lo stesso). Non ĆØ che stiamo parlando di una di quelle ipotesi surreali che fatta una legge (in questo caso unāordinanza) possono accadere e possono no, dopotutto cāĆØ sempre il lāargine del buonsenso. O almeno, dovrebbe esserci.
IL PRIMO CASO
MacchĆ©. Ć giĆ successo. Due settimane fa. Prima ancora del grill di Pasquetta (che cāentra un tubo). Un ragazzo di trentāanni, con lāappetito di un ragazzo di trentāanni, originario della Calabria ma residente sotto la torre degli Asinelli, in un bel dƬ di inizio primavera, uno di quelli che invogliano, era lƬ che teneva dāocchio la carne sulla brace (mica ĆØ uno scherzo: troppo poco ed ĆØ cruda, quindi fa male; troppo e diventa la suola di una scarpa) quando un agente della polizia locale lo ha multato. Era nellāaiuola di casa sua, non al parco o in una foresta o in mezzo a un bosco protetto: se ne stava tranquillo tranquillo allāaperto, sƬ, perĆ² in unāarea di sua proprietĆ . Solo che era in vigore il divieto anti-smog (si trattava di un giorno festivo dichiarato con misura emergenziale dalla Regione Emilia Romagna) e lui, quella salsiccia, avrebbe dovuto cuocersela al forno. Dentro casa, non fuori. Fatto sta che appena sāĆØ seduto a tavola, coltello e forchetta pronti a infilzare lāagognato insaccato, il pasto gli ĆØ andato di traverso. Ha dovuto sborsare 200 euro che, diciamocelo, manco una cena da Cracco.
Sarebbe giĆ abbastanza una barzelletta cosƬ, che van bene le disposizioni a favore dellāambiente e contro lāinnalzamento dello smog, perĆ² ci vorrebbe anche un poā di criterio (e, al limite, di senso del ridicolo): ma cāĆØ dellāaltro. CāĆØ che a Bologna sono convinti che la pensata sia di quelle essenziali. Di quelle Ā«emergenzialiĀ» ma Ā«necessarieĀ» (parola di Anna Lisa Boni, assessore comunale alla Transizione ecologica). E allora ecco che lāordinanza, che stava quasi per scadere, viene rinnovata. Roba di ieri, fresca fresca di comunicato.
Il Comune conferma senza il minimo tentennamento il divieto di accendere griglie e barbecue allāaperto quando le soglie delle polveri sottili vengono sforate. Una volta, prima di chiamare a raccolta i parenti per condividere peperoni e costine, guardavi il meteo (metti-che-piove-e-poi-che-faccio?): adesso guardi i rilevamenti dellāArpae, lāAgenzia per la prevenzione dellāambiente.
GLI ALTRI DIVIETI
Non cāĆØ solo la rossa Bologna che se la prende con gli spiedini. Anche a Brighton and Hove, nellāEast Sussex britannico, nel sud dellāInghilterra, alcuni esponenti dei Verdi, a marzo, hanno chiesto uno stop generale a ogni forma di barbecue perchĆ© il riscaldamento globale e il buco dellāozono e le emissioni di gas serra. Che in una certa misura pure ci saranno: perĆ², ecco, forse prima vengono altre questioncine ine ine che probabilmente di danni ne fanno molti di piĆ¹.
Come i combustibili fossili o i sistemi di riscaldamento (specie quelli a gasolio, specie quelli istallati negli anni Ottanta e il cielo sa quanti ne sono ancora in funzione in Italia). Non il filetto alla piastra. In Sardegna e in Toscana il barbecue ĆØ generalmente vietato sulle spiagge, a meno che non ci siano aree attrezzate; nel parco regionale dellāAppia Antica, nel Lazio, si puĆ² accendere il fuoco in unāunica zona dedicata e tassativamente non dāestate: perĆ² queste sono misure comprensibili. Uno perchĆ© il rischio ĆØ quello di incendiare mezzo verde pubblico e due perchĆ© ĆØ anche un fatto di sicurezza (e di pulizia: che van bene i picnic, ma poi la sporcizia va ramazzata dal prato). A casa propria, nel proprio giardino ĆØ un altro conto. Soprattutto, chi controlla? PerchĆ© sennĆ² finisce che nel mirino dei vigili ci vanno solo quelli che hanno la siepe vista strada o i vicini impiccioni (che era meglio invitare alla tavolata in compagnia, in modo da ingraziarseli ed evitare segnalazioni alle pattuglie di turno). DĆ i, siamo seri. E scongiuriamo bocconi amari. Pardon, inceneriti.
Estratto dellāarticolo di Fernando M. Magliaro perĀ āil Messaggeroā
Scoppia la guerra del barbecue. A dar fuoco alle polveri, meglio alla carbonella, ĆØ Bologna. Il sindaco Matteo Lepore ha emanato nei giorni scorsi un’ordinanza che, quando i livelli delle polveri sottili sono elevati, impone anche il divieto di accendere i barbecue, o, piĆ¹ precisamente, vieta le Ā«combustioniĀ» all’aperto.
Tanto ĆØ vero che un trentenne ĆØ giĆ stato subito multato dai vigili urbani (dovrĆ pagare una sanzione da 200 euro) per aver acceso il barbecue mentre erano in vigore i divieti. Ne ĆØ nata un’accesa polemica che ĆØ durata, e dura da piĆ¹ giorni, con tanto di richiami in Consiglio comunale dove l’assessore alla Transizione ecologica, Anna Lisa Boni [ā¦]
Il caso bolognese, perĆ², non si ĆØ fermato in Emilia Romagna. Anche a sud, c’ĆØ chi appoggia la decisione del Comune: Ā«Concordo pienamente con il divieto di accendere barbecue e grigliate, soprattutto quando si sforano le emissioni certificate dall’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
Si tratta, infatti, di una scelta di responsabilitĆ a salvaguardia del nostro presente e, soprattutto, del futuro dei nostri figli – ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso – Se per raggiungere il taglio del 55% delle emissioni al 2030 si deve rinunciare a qualche grigliata, ebbene facciamoloĀ». Da Catanzaro, il sindaco Nicola Fiorita, si schiera con Bologna: Ā«Credo che lo spirito dell’ordinanza di vietare i barbecue sia quello di non alzare ulteriormente i livelli di polveri sottili nelle giornate piĆ¹ critiche e quando le centraline mostrano dati allarmanti.
Capisco che il provvedimento abbia potuto suscitare qualche commento ironico, ma gli amministratori bolognesi sono notoriamente molto accorti e sensibili ai problemi di carattere ambientaleĀ». Ā [ā¦]
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