Putin li ha mandati in Italia e per liberarlo e riportarlo in Russia: la beffa agli Usa tutta da ridere che nessuno racconta per la vergogna

Estratto dell’articolo di Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”

E adesso che il 40enne uomo d’affari russo Aleksandrovich Artem Uss è fuggito dagli arresti domiciliari, rompendo il braccialetto elettronico ed evaporando nel nulla all’indomani del primo via libera dato dalla V Corte d’Appello milanese alla sua estradizione negli Stati Uniti per due dei quattro capi d’accusa contestatigli al momento dell’arresto il 17 ottobre 2022 a Malpensa, viene fin troppo facile elucubrare ironicamente su quanto davvero «del loro meglio» siano magari riuscite a fare quelle «missioni diplomatiche russe» evocate il 21 ottobre dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov, per assicurare appunto che avrebbero «fatto del loro meglio per proteggere gli interessi di Uss».

Cioè del facoltoso imprenditore delle miniere di carbone […] che gli Stati Uniti accusano non solo di aver contrabbandato in violazione dell’embargo milioni di barili di petrolio dal Venezuela a beneficio di utenti finali russi e cinesi paganti in criptovalute; ma anche di essersi procurato illecitamente presso industrie di New York, e inviato a società russe, proprio quei microprocessori e semiconduttori americani utilizzati poi paradossalmente per rendere «intelligenti» alcuni sistemi missilistici e radar trovati su piattaforme di armamenti russi sequestrate in Ucraina.

[…] Ma in una storia che ha tutti i connotati del giallo spionistico — a cominciare dal fatto che Uss si opponesse all’estradizione chiesta dagli Stati Uniti, e invece prestasse consenso alla parallela estradizione pure chiesta all’Italia […] dalla Russia, apparentemente intenzionata a processarlo (o a metterlo in salvo?) per un indefinito riciclaggio perseguito dalla Corte moscovita di Meshehanskij – sembrano solo suggestioni destinate a restare tali.

Perché l’unica traccia concreta […] sono le telecamere che inquadrano l’auto venuta a portarlo via: un’auto non rubata, una targa non clonata, eppure intestata a un teorico proprietario (non di Milano) la cui identificazione nulla propizierà.

Più istruttivo, a posteriori, il fatto che fosse rientrata da giorni in Russia […] la moglie Maria Ivanovna Yagodina: ossia colei che i giudici Fagnoni-Curami-Caramellino, concedendo a Uss il 25 novembre scorso i domiciliari dopo 40 giorni di carcere, indicava «moglie resasi disponibile ad assicurare tutte le esigenze di vita» pratiche del marito.

L’allarme del braccialetto spezzato è suonato alle 14.07 di mercoledì, e i carabinieri […] sono arrivati a casa in una decina di minuti, trovando chiusa la porta blindata d’ingresso e alto il volume della tv. L’ultima beffa di una evasione che ora tocca al pm di turno Giovanni Tarzia indagare, coi paradossi a volte buffi delle norme italiane: come il fatto che l’evasione, essendo punita fino a 3 anni, non consenta intercettazioni, possibili solo per reati con pena da almeno 5 anni.

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