“Mi attaccano per il mio orientamento sessuale” Sanremo, adesso capiamo tutto: il direttore della Rai fa il piangina, ma è il responsabile dell’imbarbarimento di tutto il servizio pubblico

Estratto dell’articolo di Silvia Fumarola per “la Repubblica”

[…] sul caso Fedez il direttore dell’Intrattenimento Prime time Stefano Coletta sbotta: «Non posso rispondere di ogni gesto che fa un artista in diretta. Allora dovrei dimettermi ogni giorno. Non è civile. Stiamo qui solo a parlare di questo, degli attacchi della politica, non di un festival che sfiora il 70% di share. Non è normale». Lavora in Rai dal 1991. Da redattore a inviato a capoprogetto, a direttore di Rai3 poi a Rai 1, è un uomo di prodotto. […]

[…] Dicono che questo sia il festival “più politico”.

«[…] non faccio mai valutazioni di natura politica. Nel momento in cui Amadeus ha la libertà editoriale, che condivide con me, è la libertà assegnata a ogni artista […] a segnare il percorso. […]».

Come mai Amadeus passa per il simbolo dell’opposizione?

«Non ne ho idea. Non ha mai letture politiche del suo lavoro, si è formato con la musica, in radio e in televisione. Una maniacalità ammirevole nell’impegno, sa incarnare il ruolo di direttore artistico: non ha letture ideologiche».

Lei invece?

«Io penso che la televisione debba rappresentare tutta la società, nella sua interezza. Che sia interessante la complessità».

La destra è sul piede di guerra. Sente la sua poltrona a rischio?

«Rispetto alla mia poltrona mi auguro fortemente che chi fa un discorso tecnico non sia valutato politicamente. Sarebbe un errore per l’azienda perché le persone sanno discernere l’operato di un dirigente: chi conosce la mia storia conosce la mia trasparenza».

Fratelli d’Italia chiede le dimissioni dei dirigenti per il caso Fedez.

«Allora torno a spiegare. Io e la mia vicedirettrice Lentini abbiamo saputo nell’imminenza della messa in onda che Fedez non avrebbe più portato il testo che ci era stato consegnato da giorni. Il segmento legato alla nave è una parte di sei ore di programma, controlliamo tutto. Abbiamo saputo solo nell’imminenza che si era rifiutato di consegnare il nuovo testo. […] Solo Fedez ha cambiato all’ultimo minuto».

Aveva detto qualcosa agli artisti?

«La mia richiesta era sempre stata quella di non fare riferimenti politici, essendoci domenica due votazioni importanti nel Lazio e in Lombardia. Per questo quando Fedez ha strappato la foto di un viceministro mi sono dissociato il giorno dopo. Un prodotto televisivo non è necessariamente sempre il risultato di strumentalizzazioni politiche».

[…] Cosa l’ha ferita di più degli attacchi subiti?

«Poiché credo non sia stato mai rintracciabile un vulnus nella mia professionalità — e non parlo di perfezionismo, ma di un ruolo che ho cercato di incarnare con imparzialità e impegno — la ferita più grande è essere stato attaccato sul privato, dal punto di vista sessuale. Ho pensato che se fossero stati vivi i miei genitori — che mi hanno educato al rigore, al rispetto, al dialogo, che mi hanno insegnato che bisogna sempre ascoltare tutti — avrebbero sofferto. Essere attaccati per l’orientamento sessuale, per demolire la professionalità con letture omofobe è una ferita e niente ti può risarcire. Tutti gli anni di sacrificio, impegno, di giornate fatte di solo lavoro, saltano in un istante perché nella vita si ha un compagno e non una compagna? […]».

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