Lo scorso gennaio usava ancora ogni precauzione, ma il solito malore lo ha portato via lo stesso.Era uno dei massaggiatori storici della Nazionale Italiana di ciclismo

Il mondo del ciclismo ha perso un grande protagonista, un amico, un compagno di viaggio riservato e competente. Umberto Inselvini è morto oggi ad Altea, in Spagna, dove era in ritiro con la Astana Qazaqstan, stroncato da un infarto.

Classe 1958, bergamasco di Mozzo, Umberto Inselvini era in forza da molti anni alla formazione kazaka ed era uno dei massaggiatori storici della Nazionale Italiana.

Poco dopo pranzo, mentre era al lavoro per preparare la trasferta del team al Saudi Tour (di li a poco si sarebbero diretti verso l’aeroporto di Alicante) che scatta lunedì 30 gennaio, quando ha detto di non sentirsi bene. Purtroppo sono stati vani i soccorsi, l’infarto gli è stato fatale.

Di sè raccontava di essere salito in bicicletta a tredici anni al massimo seguendo l’esempio dei cugini e dello zio meccanico. È arrivato fino ai dilettanti, vincendo tra le altre il Giro delle Valli Aretine e una tappa alla Settimana Bergamasca. Chiusa la carriera nel 1981, un pao di anni più tardi ha seguito un corso da massaggiatore e nel 1984 ha iniziato muovendo i primi passi tra i dilettanti. Nel 1985 l’approdo tra i professionisti con la Malvor-Bottecchia-Vaporella. Ha lavorato poi per la Gewiss-Bianchi, la Carrera di Boifava, la Roslotto, la Riso Scotti, la Ballan-Alessio, la Fassa Bortolo, la Saeco e la Lampre. Dal 2013 era in forza alla Astana. Tra i campioni che hanno avuto la fortuna di essere seguiti da lui, Claudio Chiappucci, Marco Pantani, Damiano Cunego, Fabio Aru e Michele Scarponi.

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