«Primo schiaffo al popolo No Green Pass. Schillaci è un rigorista scelto da Speranza per l’Iss». Firmato Roberto Fiore, Fondatore di Forza Nuova e tra i capipopolo no vax, no mask, no pass e no tutto. «Se il buon giorno si vede dal mattino non siamo messi bene», twitta a sua volta Nicola Porro, allegando il video di una intervista a Uno mattina, datata 14 ottobre 2021, quindi in era pre-omicron, dove il professore commenta come «straordinario il fatto che oltre il 90% degli studenti universitari si siano fatti liberamente vaccinare» e che «il green pass rimane uno strumento indispensabile per assicurare la sicurezza all’interno delle aule universitarie».

E prima ancora che il popolo no vax iniziasse a twittare compulsivamente contro il neo eletto ministro della Salute, nonché Rettore dell’Università romana di Tor Vergata, il buon giorno glielo ha dato Mario Giordano dalle colonne de La Verità, chiedendo a Schillaci di dissociarsi ora, «eliminando mezzo minuto dopo il suo insediamento l’obbligo di vaccino per i sanitari e nelle Rsa», «eliminando nello stesso tempo la quarantene per i positivi». Posizioni del resto coerenti con quanto il centro destra unito aveva messo questa estate nero su bianco nel suo programma, affermando che «il contrasto alla pandemia da Covid-19» va attuato attraverso la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturale», come la ventilazione meccanica controllata su mezzi di trasporto e scuole, ma «senza compromissioni delle libertà individuali».

Stretto tra gli impegni elettorali della maggioranza e la sua consolidata fede nelle evidenze scientifiche, bisognerà vedere ora come il professore, si comporterà. «Fughe in avanti non ce ne saranno», assicurano i suoi più stretti collaboratori riferendosi allo stop all’isolamento domiciliare per i positivi asintomatici, caldeggiato dal virologo Matteo Bassetti, ma anche da diversi esponenti del centro destra. Questo perché proprio quelle evidenze scientifiche hanno fino ad oggi dimostrato che anche chi è senza sintomi trasmette il virus e che quando questo penetra nell’organismo di una persona molto in là con gli anni o con un sistema immunitario comunque deficitario, danni seri ne provoca ancora. Come testimoniano gli 80-90 morti al giorno che in media si contano da una settimana a questa parte. Quindi salvo una caduta libera dei contagi cambiamenti su questo versante non ce ne saranno, anche perché la durata della quarantena è già stata ridotta da 10 a 7 e ora a 5 giorni, previo ovviamente tampone negativo.
Così come d’altro canto difficilmente vedremo un ritorno delle mascherine su scala nazionale. Fermo restando che, se all’abbassarsi della colonnina di mercurio dovesse far seguito l’innalzamento della curva dei contagi, potrebbero essere le regioni messe peggio a reintrodurre l’obbligo di mascherina, almeno a scuola e sui mezzi di trasporto.

Per dare comunque un segnale di discontinuità il neo Ministro un passo indietro potrebbe farlo rispetto all’obbligo vaccinale per il personale sanitario, che scade a fine anno e che probabilmente non verrà prorogato visto che è oramai provato che i vaccini funzionano bene nel proteggere dalle forme gravi di malattia, ma non nel prevenire il contagio.
Sulla campagna vaccinale invece si cercherà di andare avanti spediti. Magari concentrandosi maggiormente su over 60 e fragili con lo strumento della chiamata attiva, coinvolgendo di più i medici di famiglia, sollecitando le regioni a fornire loro l’elenco di chi tra in propri assistiti a maggior rischio Covid è vaccinato e chi no.

Diverso il discorso per il milione 800 mila multe da 100 euro che sono pronte ad essere spedite dall’agenzia di riscossione ad altrettanti over 50 inadempienti all’obbligo vaccinale, in vigore fino al 15 giugno scorso. Qui la decisione non spetterà a Schillaci ma all’Economia e al Governo nel suo complesso ma la copertura per bloccare le sanzioni è stata trovata già: 200 milioni di un apposito Fondo nello stato di previsione della spesa del ministero dell’Economia per chiudere una volta per tutte la stagione degli obblighi. Sempre che il virus, sotto forma di qualche nuova variante non imponga una qualche inversione di marcia, eseguita sotto i fari delle «evidenze scientifiche». Quelli che hanno sempre guidato le scelte di uno studioso come Orazio Schillaci, ma non il popolo dei no vax che lo contesta.