“Quella telefonata di Mattarella quando mandammo gli aerei a bombardare Belgrado” Belpietro e le armi all’Ucraina senza autorizzazione? Rinfresca a tutti la memoria su quanto accadde 20 anni fa

 

Maurizio Belpietro è l’unico giornalista senza padroni, oramai i nostri fedeli lettori lo hanno capito. Ieri sera ancora una volta razie alla sua conclamata indipendenza ha nuovamente fatto balbettare tutti gli ospiti del salotto di Floris. Tema del dibattito: il fatto che siamo in guerra senza che il parlamento sia mai stato interpellato. E non si tratta della prima volta. Il direttore de la Verità rinfresca a tutti la memoria (video)

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Il generale Mario Arpino ricorda quando, come capo di stato maggiore della Difesa, fu a contatto per 15 mesi con l’allora ministro della Difesa Mattarella.

Il primo contatto con Sergio Mattarella non è stato tenero. Era un pomeriggio dell’aprile 1999, in piena guerra del Kosovo. Io ero capo di stato maggiore della Difesa e, agli effetti di una nuova legge, anche comandante delle nostre Forze Armate, lui era vicepresidente del Consiglio, mentre presidente era Massimo D’Alema. Il governo, come accade spesso, era traballante e la decisione di partecipare alle operazioni reali era stata, come al solito, sofferta, contrastata e mal digerita anche in seno alla maggioranza. Bastava un nonnulla per provocare uno sconquasso.

L’ordine politico era di non parlare di operazioni di attacco, ma solo di difesa. Tanto che il ministro in carica, Carlo Scognamiglio, per cavarsela durante un’intervista aveva curiosamente definito l’attività dei nostri Tornado come “difesa integrata”. Suona il telefono, alzo la cornetta e mi passano l’interlocutore, che, senza preamboli, attacca così: “Sono Mattarella. Ho saputo che un suo dipendente, il comandante del gruppo Tornado di Piacenza, al rientro della squadriglia dalla missione ha rilasciato un’intervista dove ha raccontato di aver lanciato dei missili contro postazioni radar serbe… È inammissibile. La ritengo personalmente responsabile…”.

In effetti era successo che il comandante dell’analogo gruppo della Luftwaffe ospitato sulla base, che non aveva alcuna restrizione nei confronti dei media, avesse ammesso il lancio di missili antiradar. D’altro canto, l’intervista era congiunta, e il comandante italiano non aveva altra scelta che associarsi. I contadini, interrogati dai giornalisti ai margini della rete aeroportuale, avevano già raccontato di aver visto i Tornado italiani e tedeschi partire con i missili e ritornare senza… Il governo quella volta non cadde e la cosa finì li.

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  1. Quindi il nostro PDR attuale è abituato a non raccontare fatti sconvenienti per la solita criccal potere. Se provano a mentire sulle bombe che fanno danni palesi, provate a pensare cosa possano fare con i sieri covid…

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