Aumenti benzina, l’allarme è reale: e l’Italia, grazie ancora una volta al Drago, rischia di restare a secco per il ‘caso’ della raffineria di Priolo

Sono nuovamente in aumento i prezzi dei carburanti alla pompa: la media nazionale della benzina in self service ha superato 1,65 euro/litro, il gasolio nel week end era a 1,76. E c’è chi lancia un allarme ai consumatori: stando a Claudio Spinaci, presidente dell’Unione delle Energie per la Mobilità, abbiamo solo due mesi per portare in salvo la raffineria di Priolo della Lukoil e, di conseguenza, il 20% della raffinazione italiana. Sulle colonne di Verità & Affari, Spinaci spiega che con l’embargo al petrolio russo il 5 dicembre l’impianto siciliano avrà problemi di sopravvivenza. Ma cerchiamo di capire meglio cosa ha detto l’esperto.

Aumenti benzina, l’allarme è reale: ecco quando l’Italia rischia di restare a secco

Intervenendo su Verità & Affari Claudio Spinaci, il presidente dell’Unione delle Energie per la Mobilità, ha dichiarato: “Dal 5 dicembre non avrà accesso al credito anche la controllata italiana per un eccesso di cautela. Priolo rischia di non poter avere dalle banche le garanzie finanziarie indispensabili per le forniture. Abbiamo chiesto al governo una soluzione ma non abbiamo avuto risposte e ormai siamo all’ultimo miglio”. Come capirete tutti è uno scenario drammatico, che porterebbe con sé gravi conseguenze.

Sul petrolio l’Italia sembra messa meglio, ma Claudio Spinaci avvisa i consumatori del pericolo imminente

Anche se sul petrolio l’Italia è messa meglio, “il problema che abbiamo riguarda l’Isab di Priolo, società italiana controllata da Lukoil”, ha rimarcato Claudio Spinaci. Il gruppo non è colpito dalle sanzioni dirette ma, essendo russo, dal 5 dicembre non avrà accesso al credito. E se quel giorno si dovesse fermare, “in ballo c’è “l’economia stessa di Siracusa e della Sicilia”

Situazione delicata: ci aspetta un autunno difficile

Problemi importanti anche sul fronte del gas. L’Unione europea a riguardo sta pensando ad un probabile razionamento: “I nostri impianti sempre nei limiti di emissione, hanno già cominciato a utilizzare altri prodotti interni al processo lavorativo, come il gpl o il gas di raffineria. Stiamo massimizzando le nostre risorse, ovviamente tenendo conto dei limiti consentiti”, ha spiegato Claudio Spinaci. Parole le sue che fanno capire che ci aspetta un autunno decisamente complicato.

Aumenti della benzina e crisi del gas: le ultime mosse di Draghi in Europa sul fronte energia

Ma quali sono le ultime mosse di Mario Draghi in Europa sul fronte energia? Al suo penultimo vertice con gli altri leader europei a Praga, prima di quello del 19 e 20 ottobre a Bruxelles, il presidente del Consiglio ha puntato alla sfida dell’energia. Il meeting sarà l’ultima opportunità per portare a casa un risultato concreto. Tre sono i punti chiave della strategia dell’ex numero uno della Bce: far diminuire i prezzi del gas, avviare la riforma dell’elettricità e ottenere un fondo di solidarietà europeo. Per Draghi serve un price cap al gas che fermi speculatori e sfili l’arma del ricatto alla Russia. Ed è necessario che esso sia applicato in maniera uniforme in tutto il Vecchio Continente.

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