tratto dal blog di Gianluigi Paragone
Durante il giorno delle votazioni che decideranno la composizione del prossimo Parlamento sta succedendo di tutto. Il tagliando antifrode di cui abbiamo parlato ieri sera “paralizza” le operazioni di voto. File e proteste ai seggi: “Non ce la facciamo ad aspettare torniamo dopo”. Inoltre, gli addetti alla gestione dei seggi si stanno trovando di fronte ad un cortocircuito procedurale.
Come abbiamo spiegato ieri, le schede elettorali sono dotate di un’appendice cartacea munita di un “tagliando antifrode” con un codice progressivo alfanumerico: dopo che l’elettore ha votato ed ha restituito la scheda al presidente del seggio, l’appendice con il tagliando è staccata dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi, che controllano se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima della consegna. Solo dopo questo controllo il presidente del seggio inserisce la scheda nell’urna.
Questa procedura rende infinitamente più lunghe le singole operazioni, scatenando la perplessità da parte di numerosi elettori. Ecco le reazioni di alcuni elettori raccolte da Repubblica: “La fila per il taccheggio? Assurdo, ci hanno voluto complicare ancora di più tutto”, si scalda un signore. Lo calma la moglie: “Si però è utile, poi la fila è scorrevole”. Tantissima fila anche all’istituto Comprensivo Domenico Bernardini, plesso Ada Tagliacozzo, zona Laurentina. Due signore esauste: “Dobbiamo aspettare così tanto per votare questi politici, che rabbia”. Giulia, 26 anni, non sapeva del tagliando anti frode: “Nessuno di noi, ero con la mia famiglia. E non ce lo hanno neanche spiegato, abbiamo visto che lo strappavano e basta. Ma perché nel 2022 non digitalizziamo tutto? Sarebbe più felice”. E anche: “Ma dove è la privacy? Ma in questo modo è garantita la segretezza del voto?” Hanno chiesto in molti ai segretari dei seggi.
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A peggiorare la situazione ci è stato comunicato che alcuni cittadini hanno deciso di “boicottare” il voto causando un cortocircuito procedurale. Sembra che alcuni elettori si stiano recando ai seggi per poi rifiutarsi di prendere le schede. I presidenti di seggio sono colti alla sprovvista e non sanno come gestire questo “voto – non voto”, e questo si riflette sulla fluidità delle operazioni in corso.