“Covid: con antinfiammatori riduzione del 90% dei ricoveri“. No, non è un articolo uscito su un sito appartenente alla cosiddetta ‘galassia no-vax’, bensì sulla blasonata Ansa. Ormai è evidente: ciò che diversi medici hanno sostenuto per mesi attirandosi gli strali di buona parte della comunità scientifica e dell’opinione pubblica adesso è scienza. Tutto è bene quel che finisce bene, se non fosse che il Ministero della Salute, nelle sue fantomatiche linee guida, consigliasse “vigile attesa e tachipirina”. Salvo poi ritrattare e aggiungere i FANS il 26 aprile 2021.
Il Professor Alberto Contri è stato tra quei medici stigmatizzati per aver sostenuto l’utilizzo degli antinfiammatori: “Ormai su Twitter sono in 20mila a confermare quello che io avevo detto. Tutto sommato va bene così. Quello che è vergognoso è che c’è ancora chi sostiene che la parola ‘FANS’ fosse stata aggiunta, ma dimenticano di dire che fosse stata aggiunta in relazione alla terapia sintomatica per abolire il dolore. Ma non c’entra! Qui stiamo parlando di una terapia risolutiva“.
Contri parla anche per esperienza personale: “Io, che sarei un fragile, anziano e non vaccinato, con tanti problemi cardiaci, ho preso il Covid e mi son curato grazie al mio medico di base con 3 compresse al giorno di indometacina per 5 giorni: costo 1 euro e 14 centesimi. Il Paxlovid della Pfizer costa 1200 euro per 5 giorni ha degli effetti collaterali molto pericolosi, è difficilissimo da trattare. L’insipienza di costoro è che non sanno nulla di medicina e si attaccano alle virgole“.
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