Variante Centaurus, Pregliasco non aspetta neppure la fine ufficiale delle vacanze per ricominciare a menare il torrone: ovviamente lo scopo finale si chiama quarta dose

Nel corso di un’intervista a Repubblica, il direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano ha invitato a non rinunciare alla cautela, senza però farsi condizionare da inutili allarmismi.

Le prossime ondate di Covid potrebbero essere più deboli, ma questa non una buona ragione per rinunciare alla cautela. A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è stato Fabrizio Pregliasco, il direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Il virologo ha spiegato il coronavirus Sars-CoV-2 si sta diventando endemico e che, contestualmente, il numero delle persone vaccinate sta crescendo. Questi fattori rendono improbabile che si possa tornare a delle situazioni di emergenza come quelle vissute negli ultimi due anni. Tuttavia, improbabile non significa impossibile. Come sottolinea Pregliasco, non bisogna abbassare troppo la guardia, “perché potremmo avere nuove mutazioni impreviste”. Parlando delle varianti Omicron e Centaurus, l’esperto ha dichiarato che è impossibile riconoscerle solo dai sintomi.

Covid, variante Centaurus: effetto vaccini e sintomi. Cosa sappiamo

Parlando di quel che succederà da settembre in poi, Pregliasco ha ribadito che il coronavirus Sars-CoV-2 sta diventando endemico. “Alla luce di quelle che sono state la pandemie del passato, come il virus influenzale, è presumibile che avremo, invece di una presenza continua e costante del virus, degli andamenti ondulanti. Onde, se tutto va bene, come quelle prodotte da un sasso in uno stagno. Quindi con una tendenza, nell’arco di più anni, alla riduzione”, ha dichiarato il virologo. Questo scenario ideale si verificherà solo se “non si inserirà una variante particolarmente diversa da quelle attualmente circolanti”.

L’intensità delle nuove ondate potrebbe essere favorita da vari fattori nei mesi autunnali e invernali. Pregliasco ha citato, per esempio, la riapertura delle scuole, la ripresa massiccia delle attività industriali, la tendenza a passare più tempo nei luoghi chiusi e gli sbalzi termici. “In più, abbiamo varianti che possono eludere la risposta immunitaria sia dei guariti che, in qualche modo, anche dei vaccinati”, ha aggiunto il virologo. “A questo, sempre per spiegare perché vedremo un andamento a ondate, si aggiunge il fatto che la popolazione di soggetti suscettibili si allarga e si restringe periodicamente, a fisarmonica: per esempio ora sono in tanti a essersi ammalati con Omicron e quindi si è ridotta la quota di persone che possono infettarsi”.

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Centaurus potrebbe essere percepita come una variante meno grave

Con il passare dei mesi, tuttavia, l’immunità tende offerta dalla vaccinazione o dalla guarigione dalla malattia tende a scendere, con l’ovvia conseguenza che la popolazione dei suscettibili diventa più numerosa. Pregliasco ha comunque sottolineato che la protezione dal coronavirus dovrebbe restare abbastanza alta da far percepire Centaurus come una variante meno pericolosa delle altre, “perché chi è guarito dalle varianti precedenti o è vaccinato, magari non eviterà l’infezione, ma non avrà a che fare come le forme più pesanti della malattia”. L’esperto non  ha comunque escluso un possibile aumento dei casi, analogo a quello avvenuto in Australia in seguito al rilassamento delle norme anti-Covid. “Tra le diverse varianti e l’influenza, in Italia in autunno ci aspetta un mix che potrebbe creare confusione”.

Per quanto riguarda Centaurus e Omicron, Pregliasco ha spiegato che sarà impossibile distinguere una variante dall’altra solo dai sintomi provocati. “I vaccinati e i guariti sono parzialmente protetti dal virus, quindi la sintomatologia risulta molto sfumata. Magari diventerà pesante solo in chi si è vaccinato 8-10 mesi o in chi ha subito la malattia nella prima ondata. Chi si è vaccinato da poco, probabilmente, avrà sintomi molto deboli in caso di infezione. Poi c’è anche una variabilità personale che dipende sia da basi genetiche che dalle condizioni del sistema immunitario”. Chi ha ricevuto la quarta dose tra i quattro e i sei mesi fa dovrebbe avere buone probabilità di evitare l’infezione durante un’eventuale ondata di Centaurus.”Anche se tutto questo è un po’ da capire, perché ci sono anche persone che si sono infettate con Omicron 1 e che si sono poi reinfettate con Omicron 5”.

Nessun allarmismo, ma non bisogna rinunciare alla cautela

Pregliasco ha aggiunto che Centaurus non è molto diversa da Omicron 5, tuttavia ha “caratteristiche di diffusività maggiore”. Bisogna evitare inutili allarmismi, senza però rinunciare alla cautela. Il virologo ha sottolineato l’importanza di pianificare opzioni diverse, come fatto dal ministero della Salute per le scuole. Lì si partirà da una situazione nella quale non sarà obbligatorio indossare la mascherina in classe (eccezion fatta per docenti e alluni con il raffreddore) per poi incrementare gradualmente le misure di sicurezza e le restrizioni in base all’andamento dei contagi. “L’elemento che farà al differenza sarà quanto si riuscirà a far vaccinare i fragili. Innanzitutto, con il vaccino oggi in uso, che ormai è stato massacrato da una narrazione sbagliata ma che comunque potrebbe essere lui, e poi – in quella che sarà la campagna futura – con i vaccini aggiornati. Sarà fondamentale anche un uso rapido dei farmaci antivirali per i soggetti fragili, nel momento in cui dovessero infettarsi. Perché possano convivere con questa malattia nel modo più sicuro possibile”.

Pregliasco ha concluso dicendo che il coronavirus Sars-CoV-2, proprio come tutti gli altri agenti virali, dovrebbe indebolirsi sempre di più con il passare del tempo. “Questo indebolimento è l’andamento classico di tutti i virus, anche dell’ultimo pandemico influenzale, H1N1: la pandemia da H1N1 non è stata così drammatica, e questo virus influenzale è ancora presente, anche se ormai mutato rispetto a quello pandemico vero e proprio. Ora fa parte dei virus dell’influenza stagionale che dobbiamo aspettarci quest’anno. E le persone fragili, quelle più a rischio, per sentirsi sicure dovranno fare la doppia vaccinazione antinfluenzale e anti Covid”, ha concluso il virologo.

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