Gigino Di Maio si presenta col democristiano Tabacci e una volta tanto riesce a dire una cosa intelligente su Giuseppe Conte: “La strategia di Conte è di eleggere Conte”

Francesco Giovannetti per www.repubblica.it

“LA STRATEGIA DI CONTE È DI ELEGGERE CONTE” – LUIGINO DI MAIO FA A PEZZI LA POCHETTE DI PEPPINIELLO APPULO: “CHIAMIAMO IL M5S PARTITO DI CONTE PERCHÉ È RIMASTO SOLO LUI. ORMAI NON C’È PIÙ NESSUNO. CI SARÀ UN MOTIVO PER CUI QUEL PARTITO CONTINUA A PERDERE CONSENSI. CONTE I, CONTE II E CONTE NEL GOVERNO DRAGHI? SONO DIVERSI CONTE CHE RUOTANO SEMPRE ATTORNO A CONTE”

“La strategia di Conte è di eleggere Conte”. È quanto ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso di una conferenza stampa alla Camera insieme a Bruno Tabacci e al responsabile di Rete Nazionale Civica Alessio Pascucci.

“Il M5s noi continuiamo a chiamarlo partito di Conte perché è rimasto solo lui. Ormai non c’è più nessuno, ci sono persone con cui abbiamo fondato il Movimento 5 stelle tanti anni fa con cui siamo agli antipodi, non la pensiamo più allo stesso modo su nulla eppure anche loro sono stati messi alla porta da Conte”, ha detto Di Maio.

“Ci sarà un motivo per cui quel partito continua a perdere consensi. Conte I, Conte II e Conte nel Governo Draghi? Sono diversi Conte che ruotano sempre attorno a Conte”, ha aggiunto.

M5s, Conte si candida in 5 collegi ma i sondaggisti lo stroncano: effetti trascurabili

Come è noto Giuseppe Conte ha ancora un tesoretto di consenso personale dovuto alla sua permanenza a Palazzo Chigi, nei due governi che ha guidato.  Diverso il discosto per la forza politica che guida, il Movimento 5 Stelle, lontano anni luce dal risultato elettorale del 2018. E così l’ex premier ha annunciato che si candiderà in cinque collegi per massimizzare l’impatto positivo che, almeno nelle previsioni, potrà avere il suo nome nell’elettorato.

Quanto farà guadagnare ai 5Stelle questa mossa? Lorenzo Pregliasco, sondaggista di YouTrend, spiega al Giornale che “di sicuro, la candidatura in più collegi comporta un vantaggio”, ossia che il nome del candidato “diviene così visibile a più elettori”. Insomma, dal punto di vista “tattico può aiutare”. D’altronde anche Matteo Salvini fece lo stesso nel 2018. Ma c’è da aspettarsi un aumento nel consenso per i grillini in generale? “Parliamo di effetti minimi. Si tratta di cinque collegi, che coprono 1 milione e 200 mila cittadini l’uno”, spiega Pregliasco che parla di “un fattore molto relativo rispetto al totale della popolazione italiana”. Il nome di Conte può portare “qualcosina”, continua il sondaggista, ma “in astratto” perché “parliamo di un piccolo nome stampato sulla scheda elettorale: non so quanti elettori decidano in base a questo. Penso che sia un dettaglio trascurabile”.

Il quotidiano ha sentito anche un altro esperto di sondaggi, Fabrizio Masia, direttore dell’istituto demoscopico Emg, che appare più ottimista riguardo la scelta di Conte di candidarsi in più collegi: “È una disposizione consentita dalla legge: è naturale che i candidati più forti tra quelli di una lista tendano a presentarsi dove l’elettore, oltre al simbolo della formazione politica, possa vedere anche il nome forte. Quindi mi pare una scelta normale. Conte, negli ultimi mesi, ha interpretato forse meglio quelli che sono gli intendimenti del Movimento”, spiega il sondaggista.

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