Malore improvviso, stavolta colpito un pezzo grosso dei propagandisti di regime: morto nella notte il direttore dei quotidiani della famiglia Agnelli del NordEst

Lutto nel giornalismo: è morto Omar Monestier, direttore del ‘Messaggero Veneto’ e ‘Il Piccolo’

Il decesso è avvenuto nella notte, per un malore improvviso. Immediato il cordoglio della stampa e della politica. Zaia: “Se n’è andato in punta di piedi un grande veneto, sempre alla ricerca della verità”. Fedriga: “Ha saputo comprendere e trasmettere, attraverso il proprio lavoro, un territorio complesso come il nostro lavorando sempre per valorizzarlo”.

TRIESTE – Omar Monestier, direttore del Messaggero Veneto e de Il Piccolo, è morto nella notte a causa di un malore improvviso. Originario di Belluno, 57 anni, in carriera aveva diretto diverse testate del gruppo Gedi. Il decesso è avvenuto nella sua casa di Moruzzo (Udine), dove Monestier viveva alternandosi con Trieste da quando aveva assunto la doppia carica. In precedenza, Monestier era stato dal 2012 direttore del Messaggero Veneto di Udine e Pordenone. Lascia la moglie e i figli.

Una scomparsa che ha destato grande impressione e cordoglio nella stampa e nelle istituzioni. Immediati i messaggi del leader dem Enrico Letta e del segretario leghista Matteo Salvini. Soprattutto, le voci dal territorio. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha reso omaggio a Monestier, “un grande bellunese”, andato via “in punta di piedi”. “Un veneto Doc – sottolinea il governatore -, un giornalista stimato in Veneto, ma anche in altre regioni d’Italia, in cui ha lasciato la sua impronta indelebile come il Friuli e il Trentino. Il tocco della sua penna non si può scordare, per la finezza, per la concretezza e per il rispetto e la ricerca della verità che hanno sempre contraddistinto i suoi articoli, elevandolo così anche ruoli direzionali e di alto livello”.

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“Monestier – ricorda ancora Zaia – ha lasciato il segno laddove è stato chiamato a scrivere: al Gazzettino sotto la direzione di Giorgio Lago, al Mattino di Padova come vicedirettore, alla Tribuna di Treviso e al Corriere delle Alpi di Belluno, la sua terra natia, come direttore. La sua esperienza, la sua carriera giornalistica, ha percorso le strade venete per approdare in Friuli e in Trentino”. “Leggere il suo curriculum vitae fa sgranare gli occhi per le innumerevoli esperienze che gli hanno fornito, nel tempo, ricchezza, preparazione, solidità e maturità nella scrittura – evidenzia Zaia -. Ora abbandoniamoci al silenzio, al ricordo, alla testimonianza dei suoi scritti: fermiamoci un attimo e piangiamo una grande perdita per la cultura giornalistica veneta”.

II governatore della Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ricorda in Monestier “un uomo di carattere, di profonda intelligenza e di grande correttezza, umana e professionale, che nella propria carriera di giornalista ha dimostrato di essere un grande direttore”, capace di “dare una chiara impronta editoriale alle testate da lui dirette, avvicinando le redazioni al territorio e promuovendo un giornalismo serio e tempestivo, ma sempre basato sulla verifica dei fatti e la ricerca della verità”. Fedriga evidenzia quanto Monestier “abbia saputo comprendere e trasmettere, attraverso il proprio lavoro, un territorio complesso come il nostro e abbia sempre lavorato per valorizzarlo, rivelandosi un attento e sempre originale interprete dalla realtà regionale. Il Friuli Venezia Giulia oggi perde un uomo di valore e un giornalista di razza”.

Il presidente di Gedi John Elkann, l’amministratore delegato di Gedi Maurizio Scanavino, l’amministratore delegato di GNN Fabiano Begal, il direttore editoriale di Gedi Maurizio Molinari e il direttore di GNN Massimo Giannini si stringono attorno alla famiglia di Omar Monestier e alle redazioni di Messaggero Veneto e Piccolo nel ricordare uno straordinario giornalista, protagonista di passione e qualità nell’assicurare sempre ai lettori contenuti intellettuali più competitivi. Monestier va ricordato per il suo profondo legame con i territori del Nord-Est, incarnava l’idea di un giornalismo capace di essere vicino ai lettori rispecchiando eventi, protagonisti, gioie e dolori delle sue comunità. Sempre con un attento sguardo all’Italia ed al mondo intero. A chi lo ha conosciuto, chi lo ha avuto come collega e come interlocutore resta la memoria di un giornalista formidabile nell’approccio alle notizie, di grande umanità nei rapporti in redazione e di un marito e padre appassionato. Per questo il suo esempio è patrimonio di noi tutti.

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