Lilli Gruber sbeffeggia Mario Giordano: sbriciolata con ferocia in tempo reale dal diretto interessato

Roma, 26 lug – La sinistra, che da anni sguazza nel politicamente corretto, pretende di fare la morale a tutti. Anche se poi, però, razzola malissimo. L’ultimo predicozzo ce lo siamo dovuti sorbire sul caso Brunetta, personaggio obiettivamente antipatico, che è stato preso mira per la sua statura ridotta. Senza contare i tentativi maldestri di difenderlo (vedi la gaffe di Lucia Annunziata), in queste ore qualcuno ha ricordato di quando Lilli Gruber si mise a bullizzare Mario Giordano facendo il verso della sua voce.

L’ipocrisia di Lilli

Il fatto risale al novembre dello scorso anno, quando la conduttrice di Otto e mezzo era intervenuta a Padova alla presentazione del suo libro La guerra dentro. In quell’occasione, alla Gruber era stato chiesto se ritenesse Giordano un suo collega. La risposta della sacerdotessa del globalismo fu appunto imitare la voce stridula del collega, per poi affermare – con la sua consueta alterigia – che «no, per me Mario Giordano non è un collega». A ritirare fuori questo video è stata ieri Hoara Borselli che, contestando i bei discorsi sinistroidi sul body shaming, ha commentato le immagini con un «Questo come lo chiamano a sinistra? Complimento venuto male?».

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Giordano seppellisce la Gruber

Il tweet della Borselli è stato poi ripreso da Caio Mussolini, che ha taggato proprio il conduttore di Fuori dal coro: «Che ridere… immagino. Mario Giordano sarà contento di non essere un suo collega». A questo punto anche il diretto interessato è intervenuto: «Caro Caio come faccio a essere collega della Gruber. Mica vado in vacanza sulla barca di De Benedetti…». Già ai tempi della querelle, del resto, Giordano era stato particolarmente caustico: «Ho una brutta voce, ho un difetto fisico [sindrome di Klinefelter], ma che la regina del politicamente corretto prenda in giro, attacchi una persona sui suoi difetti fisici, ma a che livello sei caduta cara Lilli?». Non solo: «Se poi, cara Lilli, per essere tuoi colleghi bisogna partecipare alle riunioni dei ricconi del Bilderberg e farsi vedere sugli yatch con De Benedetti, ebbene allora Lilli Gruber sono orgoglioso di non essere tuo collega perché al Bildeberg non vado e sullo yatch con De Bendetti neppure. E questa brutta voce la uso per urlare e cercare di risolvere qualche problema degli italiani».

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