“Zelensky ha ordinato la ritirata” Ucraina, Severodonetsk come Mariupol: l’assedio russo obbliga l’esercito di kiev alla fuga allargando ulteriormente i territori conquistati

dal blog di Nicola Porro

Qualcosa si muove su fronte del Donbass. E non ci sono notizie molto positive per l’Ucraina. La guerra ormai si protrae da quattro mesi e, benché ieri siano arrivati i primi missili Himmers promessi dagli Stati Uniti, nel Sud la situazione è complicata. Kiev perde migliaia di uomini al giorno. La guerra si è trasformata in una battaglia di posizione, col vantaggio che i russi possono contare su una batteria a lunga gittata che mette in difficoltà le resistenze ucraina, senza munizioni a sufficienza per ribattere.

Dopo la caduta di Mariupol, la nuova “città simbolo” è diventata Severodonetsk, nella regione del Luhansk. Oggi l’esercito ucraino ha ordinato ai suoi soldati di ritirarsi su posizioni più fortificate. Il capo dell’amministrazione militare regionale, Serhiy Haidai, lo ha detto chiaro e tondo: “La situazione in cui si trovano truppe disgregate da molti mesi solo per essere lì non ha più senso. Il numero di morti nei territori non fortificati può aumentare ogni giorno“. Dopo la disfatta dell’Azovstal, dove per mantenere l’assedio dell’acciaieria, Kiev sembra aver cambiato strategia. “I nostri difensori che sono lì a Severodonetsk hanno già ricevuto l’ordine di ritirarsi su nuove posizioni fortificate e da lì di combattere”, ha spiegato il governatore.

Quanto conta la perdita di Severodonetsk? Sulla carta si tratta di un’altra città perduta. E dunque di territorio in più che la Russia, e le due repubbliche separatiste, continuano a conquistare. Ma in generale la lettura di questa sconfitta ucraina porta a due letture differenti. Da una parte c’è chi lo ritiene un nuovo arretramento ucraino, che pian piano sta perdendo molto terreno. Dall’altra chi invece ritiene che la strenua resistenza di Kiev stia complicando i piani di conquista russi, che stanno logorando la loro capacità di attacco. Secondo il centro studi statunitense “Institute for the study of war“, infatti, “le truppe ucraine sono riuscite per settimane ad attirare quantità sostanziali di personale, armi ed equipaggiamento russi nell’area e hanno probabilmente degradato le capacità complessive delle forze russe impedendo alle forze russe di concentrarsi su assi di avanzamento più vantaggiosi”.

Gli analisti statunitensi ritengono che “le operazioni offensive russe probabilmente si bloccheranno nelle prossime settimane, indipendentemente dal fatto che le forze russe catturino o meno l’area di Severodonetsk-Lysychansk, probabilmente garantendo alle forze ucraine l’opportunità di lanciare prudenti controffensive“. Non solo. “La fissazione ideologica del Cremlino sulla cattura di Severodonetsk – conclude il report – proprio come il precedente assedio di Azovstal, sarà probabilmente a scapito finale delle capacità russe nei futuri progressi in Ucraina”. Vedremo.

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