Il ritorno dello spread e le mosse della Lagarde studiate per imporci il prossimo anno il “Draghi bis”: il retroscena su come il Palazzo vuole fregarci anche dopo il voto del 2023

Mario Draghi può davvero riuscire in un clamoroso bis e ottenere la conferma al Colle? Uno scenario che tanti analisti stanno provando a immaginare in questi giorni, con la fine della legislatura che inizia a delinearsi in maniera sempre più netta all’orizzonte. E se da un punto di vista politico l’ipotesi sembra piuttosto improbabile, con i sondaggi che danno come vincitore delle prossime elezioni il blocco di centrodestra guidato da Giorgia Meloni e l’area centrista e di sinistra in netta difficoltà, un aiuto al presidente del Consiglio potrebbe arrivare da un amico fidato: lo spread, tornato a far parlare di sé proprio in questi giorni concitati.

Come spiegato da Antonio Rapisarda sulle pagine di Libero Quotidiano, i giornali hanno già iniziato a parlare di “rischio Italia” dopo le decisioni di Christine Lagarde, che ha annunciato rialzi nei tassi di 25 punti base a luglio e 50 a settembre. Tradotto: mutui e prestiti più cari per le famiglie, finanziamenti più costosi per le imprese, rendimenti dei titoli di Stato in aumento e altre turbolenze in arrivo. Piazza Affari è andata giù nelle ultime ore di 5,04%, con lo spread che nel frattempo ha fatto invece registrare una forte impennata.

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Fra qualche mese, secondo Libero, la domanda degli operatori di mercato potrebbe essere la seguente: “Se non basta il Draghi taumaturgo a rassicurare i mercati, come farà un governo politico a dare garanzie sul debito e sui parametri del rientrante Patto di Stabilità? Di qui il corollario: se va così con Draghi, dopo il voto promette di andare anche peggio”. Due, di conseguenza, gli scenari possibili. Un governo politico costretto a fare i conti con la tempesta dei mercati, chiamato a ridurre il debito pubblico con misure che scatenerebbero il malcontento dei cittadini. Oppure un Draghi bis.

Una sorta di chiamata collettiva o quasi dopo il voto, di fronte alla quale Sergio Mattarella sarebbe pronto a dare la sua benedizione. Ipotesi che non piace ovviamente al centrodestra, indicato come favorito alle prossime elezioni. E che però si sposa perfettamente con una realtà che ha già visto scendere in campo Goldman Sachs, che ha parlato del rischio sui mercati in caso di sconfitta di successo della coalizione guidata da Giorgia Meloni. Le grandi manovre, insomma, sono già iniziate. Con il Draghi bis sempre più concreto, giorno dopo giorno

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1 comment
  1. dopo il Mattarella bis, un Draghi bis?..meglio fuggire dal paese e chiedere asilo politico a Putin..

    Meloni premier?..non è in grado, poi con quel spiccato accento romanesco pare uscira da un film di Verdone..

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