“Gli obblighi non hanno più senso” Crisanti si affianca alla Gismondo nella battaglia per terminare le infami imposizioni

“Le case farmaceutiche? Mancanza di trasparenza sulle terze dosi”. Il professor Andrea Crisanti, in collegamento con “L’Aria che Tira”, il programma sull’attualità di LA7mercoledì 2 febbraio, prima è protagonista di un siparietto con Ignazio La Russa, esponente di “Fratelli d’Italia”, poi graffia sul booster. Crisanti conferma che i contagi da Covid sono in calo e La Russa: “Adesso improvvisamente la curva scende, dopo le elezioni per il Quirinale, si va beh”, “No, in verità, l’ho detto in tempi non sospetti che in queste settimane la curva sarebbe diminuita” ha ribattuto Crisanti sgombrando il campo da illazioni.

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Il virologo che vive e lavora tra l’Italia e la Gran Bretagna, non si è mai allineato alle decisioni del governo in maniera cieca e acritica. E lo fa anche questa volta: “Con il 90% di vaccinati certi obblighi non hanno più senso. Io non ho detto che è tutto finito ma che in 3-4 settimane avremo casi accettabili, vi ricordo che i dati degli ospedali sono sfalsati di due-tre settimane. Se non liberalizziamo ora, quando lo facciamo?”. Sul tavolo del Consiglio dei Ministri c’è l’idea di eliminare la quarantena per i positivi asintomatici, ma Crisanti è contrario: “Il nostro compito in endemia è proteggere le persone e questo sarebbe un provvedimento sbagliato. Non dobbiamo mandare i positivi asintomatici in giro, potenzialmente possono infettare. Ci vogliono i controlli. Il modello inglese ha un pregio: la trasparenza e la condivisione con l’opinione pubblica dell’operato del governo. Si è scelta la strada di controllare i contagiati, che ogni giorno ricevono una telefonata, e di lasciar vivere i non positivi,  il resto del mondo deve essere lasciato vivere”.

Poi lo scienziato accende i fari su un’importante zona opaca: la scarsa comunicazione delle case farmaceutiche sui dati dei vaccinati. Tutto parte da una domanda della conduttrice Myrta Merlino: “Giusto il super green pass illimitato per chi ha tre dosi?” e Crisanti si stringe nelle spalle: “Se è una misura giusta lo dirà solo il tempo. E’ legata al fatto che non si sa se e quando dare la quarta dose, di fronte a una mancanza di conoscenza, il governo ha preso una decisione che è conseguenza della non trasparenza sui trial. A questo punto, le case farmaceutiche dovrebbero avere i dati sull’efficacia e la durata della terza dose, ma non lo dicono. Noi non lo sappiamo. Per quanto tempo il booster ripristini la protezione non si sa. Io chiederei alle case farmaceutiche di fornire queste informazioni. Si devono dare una mossa”.

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  1. si…dovevano rimandare di altri 15 giorni, poi hanno pensato a 10, altrimenti a s.valentino sarebbe stato un disastro…..ecco le vostre “evidenze scientifiche”

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