Pentagono furibondo contro Zelensky: il comico sta diventando una mina vagante. L’attentato al ponte non era concordato e rischia di minare la trattativa che in segreto gli Usa vogliono intavolare con Putin

Retroscena di dagospia.com

L’esplosione del ponte in Crimea ha la stessa matrice dell’attentato che ha fatto saltare in aria Darya Dugina.

Se quello era stato fatto in maniera autonoma dagli ucraini, questo idem con patate – esiste una frangia ultras dei servizi segreti di kiev che ormai agisce autonomamente, esaltata dalle vittorie.

È sempre più difficile tenerli buoni e per gli americani è una bella grana: ogni passo falso può scatenare l’apocalisse – a Washington hanno le palle piene di Zelensky e compagnia, e stanno traccheggiando sull’invio di altri lanciarazzi Himars a Kiev – bisogna far abbassare la cresta all’ex comico in vista del 20 novembre.

Quel giorno c’è l’importantissimo G20 di Bali, dove “Mad Vlad” e “Sleepy Joe” si incontreranno, e una parte dell’amministrazione Usa vuole aprire la trattativa per la pace prima di allora (non a caso, Blinken è tornato a parlare di negoziati diplomatici…).

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