Alessio Sconza, pizzaiolo e padre di tre figli, è morto a 33 anni a causa di un malore che lo ha stroncato lo scorso 28 marzo. Era appena stato rimandato a casa dal pronto soccorso dell’ospedale Villa San Pietro dopo una visita medica che non avrebbe accertato anomalie. Una morte sospetta per la famiglia che, dopo la denuncia presentata in polizia, ha avuto una prima risposta.
L’indagine
La procura di Roma, infatti, ha aperto una indagine per accertare se la sua morte poteva essere evitata. L’inchiesta è stata aperta dopo che la polizia ha sequestrato la cartella clinica come atto dovuto. Si procede, come da prassi in questi casi, per omicidio colpo contro ignoti. Un escamotage per svolgere ulteriori controlli visto che dall’esame autoptico al momento non è sarebbe stato sufficiente indicare una causa precisa del decesso.
L’ipotesi è che il 33enne possa essere stato colto da un infarto. Da capire se le avvisaglie avute e che lo avevano portato ad andare al pronto soccorso, sarebbero state sottovalutate dai medici oppure no.
Com’è morto Alessio Sconza
Secondo quanto ricostruito Sconza si era sentito poco bene già dalla mattina di giovedì. Quindi la tappa del medico di base e poi in pronto soccorso. Al Villa San Pietro gli viene assegnato un codice bianco, il più lieve. Poi viene dimesso dopo una visita che non avrebbe evidenziato anomalie. Nella notte il 33enne accusa un altro malore e muore. I familiari ora vogliono sapere di cosa è morto e se poteva essere salvato.
Sconza abitava a Prima Porta con la famiglia e da poco più di un anno aveva avviato una pizzeria a taglio, Pizza Snella, in via della Giustiniana 166 dove gli amici e colleghi hanno avviato un punto di raccolta per raccogliere fondi per aiutare la famiglia.
L’ultimo saluto
Dopo l’ok della magistratura, nel frattempo, domani si terranno i funerali alla parrocchia Sant’Alfonso Maria de’ Liguori alla Giustiniana. In tanti sui social hanno già espresso il proprio cordoglio. “Ci eravamo conosciuti da poco nel tuo locale. – il messaggio di Pasquale – Mi parlavi dei sacrifici fatti, ma anche della speranza del futuro visto la qualità del tuo lavoro, che molti di noi hanno potuto apprezzare. I tuoi occhi trasparenti erano lo specchio della tua anima”.
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