Ilaria Salis candidata nel PD: il padre non solo accampa pretese, se la prende con chi ha manifestato dubbi ad Elly Schlein

Salis detta le condizioni per la candidatura nel Pd
Il papà dell’attivista: “Prima di tutto accertarsi che sia un fatto positivo e che non diventi un boomerang”. E nei dem cresce il malcontento
di Franco Lodige per il blog di Nicola Porro

La candidatura di Ilaria Salis alle elezioni europee sta suscitando non poche discussioni all’interno del Partito Democratico, complice soprattutto la sua attuale detenzione a Budapest. La situazione assume contorni ancor più complessi alla luce delle recenti dichiarazioni del padre della ragazza, rese note tramite un’intervista all’Huffington Post, che mette in luce l’incertezza e le preoccupazioni della famiglia. I Salis sembrano quasi dettare le condizioni: Ilaria potrebbe anche essere disponibile, ma solo se verrà eletta altrimenti il rischio è che venga “massacrata” in carcere.

Il genitore si è espresso con prudenza e una certa inquietudine sulla possibile corsa di giugno sotto le insegne dem: “Sentiamo tante voci e non abbiamo capito nel dettaglio di cosa si tratta. Prima vogliamo comprendere su qualche ipotesi si sta lavorando, poi ne parleremo”. Le parole scelte evidenziano una volontà di trasparenza e prudenza da parte della famiglia, che non vuole affrettare decisioni che potrebbero avere impatti sensibili sulla situazione della Salis. Non è stato ancora pianificato un incontro con Elly Schlein, ma dai Salis sono già stati fissati alcuni paletti: “Qualsiasi cosa si faccia – ha detto il padre – bisogna prima di tutto accertarsi che sia un fatto positivo e che non diventi un boomerang per Ilaria”. In che modo? “Spero che sia chiaro a tutti in quale posto si trova mia figlia. Faccio per ipotesi: se fosse candidata e non eletta, o se all’ultimo momento cadesse la candidatura, sarebbe un errore grave. Nel luogo in cui è detenuta lei verrebbe massacrata”.

La priorità della famiglia resta comunque la liberazione di Ilaria per interposto governo italiano, anche se da tempo Meloni e Tajani invitano a non politicizzare la questione e soprattutto ribadiscono l’impossibilità di agire sul processo di uno Stato estero sovrano. “Non vorremmo – dice Roberto Salis tornando all’ipotesi candidatura – che tutte queste chiacchiere siano messe in giro da qualcuno che cerca di distogliere l’attenzione, magari perché c’è una carenza nella gestione dell’emergenza o una mancanza in quello che si deve fare. Un modo per buttare la palla in tribuna. Se è questo, noi non ci stiamo. Se è un discorso serio, capiamo di cosa si tratta”.

La situazione di Ilaria Salis, la “maestra” detenuta in Ungheria da 13 mesi accusata di aver aggredito un neonazista, ha iniziato a guadagnare attenzione in Italia quando sono state divulgate le immagini di lei portata a giudizio in catene. Condizione, come mostrato ieri da Quarta Repubblica, che non è riservata alla sola attivista. E che tutto sommato viene replicata in Italia come raccontato dal pm Cuno Tarfusser.

Nel disegnare le liste per le elezioni europee, il Pd ha manifestato l’intenzione di proporre Elly Schlein e altri nomi di rilievo con l’idea di una “formula del panino“, che vede donne della società civile al primo posto, seguite da esponenti politici e poi ancora figure femminili. Tuttavia, questa possibile mossa sembra non convincere ancora in pieno lo staff di Schlein e solleva questioni di inclusione per le esponenti femminili del partito.

Europee, il padre di Ilaria Salis attacca il Pd: “La candidatura andava gestita meglio”

di Luca Cablone per Il Giornale

Roberto Salis critica la gestione dell’ipotetica candidatura della figlia: “Serviva che tutti fossero allineati, invece si è innescato un dibattito interno fra le correnti. Queste cose non si costruiscono così”

Il Partito democratico commette sempre il medesimo errore, non impara dal passato e finisce per restare nella palude: di fronte a una questione che polarizza l’opinione pubblica sposa apertamente la causa che ritiene giusta, la prova a cavalcare, tenta di intestarsi una battaglia personale, alla fine si mette il bastone tra le ruote per poi cadere a terra e fare i conti con la realtà. Il Pd è vittima di se stesso anche sull’eventuale candidatura di Ilaria Salis, che negli ultimi giorni è diventata una figura su cui i dem potrebbero puntare in vista delle prossime elezioni europee. Peccato che il padre della ragazza, spiazzando i vertici del Nazareno, abbia riservato considerazioni tutt’altro che positive verso la gestione comunicativa e mediatica di un’ipotesi del genere.

È stato proprio Roberto Salis a riservare uscite sferzanti all’indirizzo di un Partito democratico che non ha trovato unità e ha subito messo in mostra le sue sfumature sulla possibilità di una candidatura bandiera. “La candidatura bisognava gestirla meglio, senza dubbio. Prima di far uscire un’informazione così serviva che tutti fossero allineati“, ha tuonato il padre di Ilaria al Foglio. E in quel “tutti” è racchiuso l’insieme dei dem coinvolti nella scelta: “Invece così si è innescato un dibattito interno fra le correnti sulla pelle di Ilaria“. E, dopo aver ribadito l’importanza di affrontare il discorso solamente di fronte a uno scenario concreto, ha lanciato la stoccata finale: “Queste cose non si costruiscono così“.

Infatti il Partito democratico, preso dalla frenesia di sperare nel colpaccio, non ha dato importanza a un aspetto che invece era prioritario: la compattezza della formazione politica sull’opzione della candidatura della 39enne milanese che si trova in carcere a Budapest dopo essere stata accusata di aver aggredito due estremisti di destra nella capitale ungherese. Addirittura anche sull’ipotetica candidatura di Salis, vista come opportunità per una lotta identitaria in vista delle elezioni europee, le spaccature tra le correnti e le differenti anime interne si sono prese la scena alimentando lo sconcerto degli elettori che continuano ad assistere a frammentazioni sempre più evidenti.

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