Ilaria Salis, il delirio di suo padre Roberto: arriva a giustificare le sue violenze descrivendola come una ‘romantica rivoluzionaria’

Roberto Salis: “Ilaria è migliore di me, paga per le proprie convinzioni. Chi la trascura non è patriota

Lettera di Roberto Salis: “Ilaria ha ragione, doveroso reagire al ritorno del nazismo o del fascismo”
Il padre di Ilaria Salis, Roberto, ha pubblicato una lettera su la Repubblica: “Ilaria ha ragione non si può stare a guardare questi tentativi di riesumazione dell’ideologia nazista o fascista”.

Roberto Salis, il padre di Ilaria Salis, la detenuta italiana in carcere da oltre 13 mesi in Ungheria con l’accusa di aggressione ai danni di tre militanti neo-fascisti nel corso di una manifestazione, ha scritto una lettera su la Repubblica.

“Ilaria espia la colpa di chi se la va a cercare: sono quelli che, anche se personalmente hanno tutto da perdere, non esitano ad assumere iniziative che ritengono doverose e irrinunciabili sulla base unicamente delle proprie convinzioni ideologiche”, si legge nella lettera del padre di Ilaria, che ha risposto a un intervento di solidarietà di Furio Colombo.

“Ilaria ha ragione – aggiunge – non si può stare a guardare questi tentativi di riesumazione dell’ideologia nazista o fascista, bisogna darsi da fare perché l’Unione europea renda intollerabili nel suo territorio queste manifestazioni. Ilaria è fatta così”. Secondo Salis, la figlia sarebbe stata condotta in ceppi e catene davanti a un giudice “un totale di 9 volte. Purtroppo, a parte il 29 gennaio e il 28 marzo, non c’erano le telecamere a documentare le violazioni dei diritti umani”.
“Siamo di fronte a un Paese illiberale in cui Orbán cerca di ritornare al tempo della legge del taglione – prosegue – Quanti credono di poter evitare di prendere posizione nella questione di Ilaria, sostenendo che non è soggetta alla legge italiana, non sono veri patrioti. Io e mia moglie ci riteniamo genitori privilegiati. Abbiamo generato una creatura molto migliore di noi, verso la quale ci sentiamo in debito per ciò che concerne gli insegnamenti ideali. Fintanto che lei, io, mia moglie e tutti quelli che sostengono i valori per cui Ilaria lotta continuiamo nel nostro sforzo, il progresso avanzerà mentre le tenebre e i suoi artefici saranno destinati a una ineluttabile sconfitta”.

Ilaria Salis, il giudice sbugiarda la sinistra: “Il governo italiano non può far nulla”

di Bartolo dall’Orto per Il Giornale

Lo dice Giorgia Meloni, lo ribadisce Antonio Tajani e lo conferma il buonsenso: sul caso di Ilaria Salis l’Italia può fare qualcosa, ma non tutto. Può protestare contro le catene in aula, può chiedere un miglior trattamento dei detenuti, può lavorare di diplomazia, ma non può costringere i giudici ungheresi a rilasciare la giovane italiana da 13 mesi in carcerazione preventiva. A confermarlo, adesso, c’è anche la controparte di Budapest per voce di Jozsef Tamàs Szabò, giudice portavoce del tribunale ungherese: un intervento del governo italiano, spiega, “sarebbe del tutto inutile e non porterebbe a nessun risultato” perché “i giudici in Ungheria sono indipendenti dalle pressioni esterne e nessuno può intervenire in questo o in qualsiasi altro processo”.

Ilaria Salis incatenata? Sì, ma l’Italia…

Durante l’udienza del processo alla 39enne, a saltare agli occhi è un dettaglio: in Tribunale un altro detenuto era legato mani e piedi e tenuto per un guinzaglio proprio come Ilaria Salis, a dimostrazione che il trattamento riservato alla nostra connazionale, per quanto abnorme, non sia esclusivo. Anzi. A ben vedere anche l’Italia non è da meno, come spiegato dal magistrato Cuno Tarfusser, anche lui ospite di Nicola Porro: nei nostri tribunali gli imputati arrivano in aula “con le manette ai polsi, in fila indiana e uniti con un guinzaglio tenuto da un agente di polizia penitenziaria”. Per questo il magistrato – che pure ha chiesto e ottenuto il diniego di estradizione di Gabriele Marchesi, accusato insieme alla Salis di aver aggredito i neonazisti a Budapest – si è detto “sbigottito dalle reazioni” alle fotografie di Ilaria in catene. Il Belpaese, sostiene, “non è in grado di insegnare nulla a nessuno sotto questo profilo” visto che di fronte al giudice agli imputati vengono tolte le manette ma per poi essere sbattuti “in una gabbia”.

L’Ungheria rigetta le accuse

Guinzaglio o meno, i legali di Ilaria Salis avevano chiesto la detenzione domiciliare a Budapest e proposto una cauzione da 40mila euro. Nonostante il clamore mediatico, tuttavia, l’imputata non ha ottenuto la tanto sperata carcerazione. “I miei colleghi hanno ritenuto che sussista ancora il pericolo di fuga e il rischio di reiterazione del reato – spiega a Quarta Repubblica il giudice Szabò – La signora è accusata di un reato grave, punibile da 2 a 8 anni, ma siccome le viene accusata anche l’organizzazione criminale rischia fino a 18 anni”. Secondo l’accusa le lesioni, sebbene guarite in pochi giorni, potevano essere “potenzialmente letali”. Per questo la carcerazione preventiva, secondo l’ordinamento ungherese, può arrivare fino a 4 anni prima di una sentenza, anche se di norma il 98% dei processi si conclude entro un anno da . “Se avesse confessato prima del processo – prosegue il magistrato – avrebbe potuto patteggiare una pena massima di 11 di reclusione”.

Di fronte al tribunale si era riunita anche una delegazione di deputati italiani accompagnati da Zerocalcare. Una decisione dal forte impatto politico, forse necessaria a lanciare una possibile candudatura della Salis col Pd alle Europee, ma di dubbia utilità. Se non proprio controproducente. I giudici ungheresi ribadiscono infatti la loro indipendenza e negano che un governo straniero possa fare qualsiasi forma di pressione. Alzare il tono dello scontro potrebbe invece avere l’effetto contrario irrigidendo la controparte ungherese. Per il ministro Tajani, infatti, trasformare un processo “in un grande caso politico” o “in uno scontro con il governo ungherese” è un errore “perchè loro hanno il coltello dalla parte del manico”. “La Salis è una detenuta in attesa di processo, è vergognoso che sia condotta in aula con le manette alle mani e ai piedi – ha detto il vicepremier – Abbiamo protestato molte volte, ma è un grave errore politicizzare la questione, ovvero trasformarla in una vicenda politica e non solo di tipo giudiziario.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Article

“Il Green pass non serviva!” A due anni dal provvedimento infame, l’incredibile rivelazione del protagonista delle restrizioni Covid: Perché non lo disse a Draghi?

Next Article

"Ho capito perché negli Usa si dice lavarsi la bocca col sapone" La strepitosa risposta di Maria Zacharova all'ennesima falsa accusa sull'intenzione di Putin di attaccare l'Europa

Related Posts