Quanto paga di tasse Chiara Ferragni? Il dato choc dopo Fedez “nullatenente”: la galassia societaria legata a Chiara Ferragni ha uno schema preciso, costruito nel tempo, che permette alla influencer e imprenditrice di pagare solo l’1,2 per cento sugli utili

tratto da Il Tempo

La galassia societaria legata a Chiara Ferragni ha uno schema preciso, costruito nel tempo, che permette alla influencer e imprenditrice di pagare solo “l’1,2 per cento” di tasse sugli utili della holding che tiene tutto. Dopo le dichiarazioni di Fedez “nullatenente”, così si è definito davanti al giudice in una vecchia causa per diffamazione, il Corriere della sera passa al setaccio le società legate alla moglie. Nello schema, si legge in un’analisi, “due società operative, la Fenice Srl e la Tbs Crew Srl, che distribuiscono gli utili a una holding, la Sisterhood, che si occupa anche di gestire gli asset immateriali del gruppo e di incassare royalties per l’utilizzo dei brand e probabilmente dell’immagine di Chiara”. Lo schema serve a “finanziare la società semplice Ferragni Enterprise Ss, destinata alla gestione delle proprietà immobiliari, tra cui il suo superattico di tre piani nel quartiere City Life a Milano”.

A tracciare l’albero genealogico delle società legate a Ferragni è il libro di Gianluca Massini Rosati intitolato per l’appunto “Fiscalmente inattaccabile. La strategia definitiva per ridurre drasticamente le imposte e vivere serenamente il rapporto con il fisco“. La struttura sopra descritta, ossia “holding-trading-Ss”, permette numerosi benefici fiscali. Nel libro in uscita, in base alle anticipazioni del Corriere, viene ricostruito anche il ruolo di Riccardo Pozzoli, ex fidanzato di Ferragni, nella costituzione delle prime società prima della fuoriuscita dalla galassia. La trafila di cessioni di quote e società è lunghissima, si arriva a fine dicembre 2017 quando nasce la Sisterhood Srl, “la scatola societaria con le sorella di Chiara, Valentina, socia allo 0,5%, e Fabio Salvatore Maria Damiano, suo manager di fiducia, anche lui allo 0,5%”.

In seguito “Sisterhood è divenuta a tutti gli effetti la holding di partecipazione unipersonale di Chiara Ferragni”, si legge nella ricostruzione. In sintesi, si legge sul Corriere, “due società operative, molto profittevoli, distribuiscono gli utili a una holding che si occupa anche di gestire gli asset immateriali del gruppo e di incassare royalties per l’utilizzo dei brand“, scrive il quotidiano che si pone qualche dubbio sullo “schema” della galassia Ferragni che include il superattico di famiglia di City Life.

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