La limitazione del contante vale solo per noi straccioni! Gli eredi del Clan Agnelli ne prelevano quanto ne vogliono per le togliersi ogni sfizio possibile

Estratto dell’articolo di Fabio Amendolara Gaspare Gorresio per “la Verità”

«Tutto quello che ho, l’ho ereditato. Ha fatto tutto mio nonno. Devo tutto al diritto di proprietà e al diritto di successione, io vi ho aggiunto il dovere della responsabilità». Gianni Agnelli sintetizzava così la sua fortuna, forse ignaro di quanto sarebbe accaduto dopo la sua morte. O meglio dopo quella della sua consorte, donna Marella Caracciolo di Castagneto.

Una guerra tra consanguinei senza esclusione di colpi. Una vicenda che va avanti da decenni, da quando nelle varie dispute vennero persino messi in campo gli 007 di una della più grandi agenzie investigative del mondo. E in questa battaglia è stata coinvolta anche Marella, portata a morire in Italia dalla Svizzera, pur senza farle spostare la residenza.

Un domicilio fittizio che, a giudizio di Margherita, avrebbe permesso di escluderla dall’asse ereditario, cosa che non sarebbe stato possibile in base alle leggi che regolano la successione nel nostro Paese. Un’estromissione a cui la donna ha risposto con un dettagliato esposto che ha evidenziato come il vitalizio di Marella, 583 mila euro al mese, circa 8 milioni tra il 2018 e l’inizio del 2019 (la donna è morta a febbraio di quell’anno) non fosse stato denunciato in Italia, con un conseguente (presunto) mancato introito di circa 2,5 milioni per l’Erario.

Ecco spiegata così l’accusa di frode fiscale per aver presentato dichiarazioni fiscali «sulla base di una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie e avvalendosi di mezzi fraudolenti idonei ad ostacolarne l’accertamento». Un reato che può costare, a chi se ne macchia, sino a sei anni di carcere.

Le indagini hanno portato gli inquirenti negli studi di commercialisti e notai della famiglia, […] ma che, adesso, una Procura «in amministrazione provvisoria», essendo in attesa del nuovo capo, ha avuto l’«ardire» di violare. Il fascicolo è affidato all’aggiunto Marco Gianoglio e ai pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti e sotto inchiesta sono finiti, al momento, il presidente di Stellantis e ad di Exor John Elkann, il commercialista e presidente della Juventus Gianluca Ferrero e il notaio svizzero incaricato di amministrare i beni di Marella, lo svizzero Urs Robert von Gruenigen.

Quel che emergerà potrebbe essere devastante, soprattutto se si considera che qui […] è in ballo […] il diritto a controllare la holding di famiglia e di conseguenza l’intero impero, dalla cassaforte Dicembre, giù sino a Exor, Ferrari, Iveco, Gedi, Juventus, Louboutin e alla quota di maggioranza relativa di Stellantis.

[…] noi […] diamo conto ai lettori di alcune segnalazioni di operazioni sospette finite nelle more dei numerosi fascicoli aperti sulla diatriba di famiglia. Per esempio risulta che John Elkann nel 2020 fosse titolare di otto carte prepagate, emesse da Banca Piemonte, istituto di fiducia degli Agnelli, utilizzate in modo non comune. In effetti sono state per lo più ricaricate con denaro contante tramite sportello bancario: 136.500 euro nell’arco di un anno.

Generalmente due operazioni al giorno, più volte al mese (155 in tutto), effettuate a brevissima distanza l’una dall’altra per importi al massimo di 1.000 euro. Dopo questi versamenti circa 8.000 euro sono stati prelevati cash, il resto è stato utilizzato per acquisti in negozi di vario genere. «Tale movimentazione non risulta apparentemente coerente con le finalità proprie degli strumenti di pagamento utilizzati» hanno evidenziato i risk manager.

Mentre i comuni mortali ricaricano le carte con l’home banking, gli utilizzatori di quelle intestate a John le alimentano con i contanti.

Il fratello Lapo è stato, invece, segnalato in più occasioni per i numerosi prelevamenti di cash (anche da 2.000 euro) agli sportelli bancomat. Per esempio, tra il marzo 2020 e il dicembre 2021, ha ritirato circa 112.000 euro utilizzando cinque carte di credito. Le operazioni sono state effettuate, in Italia e Portogallo, anche più volte al giorno e a brevissima distanza l’una dall’altra.

Nei documenti visionati dalla Verità si parla anche di altre sei «carte prepagate contrattualizzate» (una bloccata per furto) con cui sarebbero stati effettuati 687 approvvigionamenti per un importo di quasi 150.000 euro. Un’altra segnalazione riguarda prelievi di contanti, per un totale di circa 247.000 euro, da sportelli Atm nel Comune di Milano, operazioni registrate nel periodo tra gennaio 2014 e maggio 2016.

Tra settembre 2017 e ottobre 2018 la carta di Lapo avrebbe ritirato ulteriori 179.000 euro.

Queste frequenti operazioni di approvvigionamento di cash vengono considerate sospette, perché, anche questa «movimentazione non risulta coerente con le finalità proprie degli strumenti di pagamento utilizzati» e durante le verifiche Lapo ha fatto proprie le parole di nonno Gianni, spiegando che i propri fondi in parte «derivano da lascito/donazione/eredità e rendita».

[…] Nelle segnalazioni viene attenzionato il bonifico inviato a una donna straniera di origine sudamericana che risulta disoccupata e, solo occasionalmente, occupata come sommelier. La signora avrebbe ricevuto 23.000 euro da Lapo. «Non si comprende a che titolo riceva i soldi. Tutto lascia supporre un’attività “in nero” con conseguente frode fiscale» annotano i segnalanti.

È finito sotto osservazione anche un bonifico da 30.000 euro ricevuto dall’azienda Italia independent group (fondata da Lapo e liquidata a fine gennaio dopo sette anni di perdite) per la vendita di occhiali da sole a una società di contractor, attiva a Erbil, nel Kurdistan iracheno, la quale dà assistenza alle ditte straniere sbarcate in Iraq.

Nel mirino dell’Antiriciclaggio anche Ginevra Elkann, sempre per «le ricorrenti operazioni di approvvigionamento di denaro contante a mezzo prelievo effettuato presso sportelli Atm prevalentemente effettuati nel Comune di Roma». Un esempio? Tra marzo 2018 e marzo 2019, in 90 volte, ha ritirato circa 75.000 euro. Anche in questo caso la movimentazione non viene considerata «coerente con le finalità proprie dello strumento di pagamento né giustificata dall’attività economica del cliente». Ovviamente le centinaia di migliaia di euro incassate in contanti o i denari usati per le ricariche dai figli di Margherita Agnelli e Alain Elkann non significano che dietro ci sia qualche reato. […]

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