di Francesco Barontini per InsideEvs
Tesla venderà 2,3 milioni di auto nel 2024. E, probabilmente, la Corea del Sud darà un contributo parziale al raggiungimento di questo storico risultato. A gennaio, nel Paese asiatico, Elon Musk e soci hanno infatti venduto solo una vettura. Già: una. Per la cronaca, una Model Y.
A dirlo è la Kaida, l’associazione coreana degli importatori e dei distributori di automobili, che ha reso noto il crollo sul mercato del brand americano. Non è una novità – a luglio 2022 non vendette neanche un’auto -, però fa scalpore. Ma come è potuto succedere che Tesla abbia venduto solo una vettura in tutto il Paese? I motivi sono molteplici.
Incentivi anti-Cina
Partiamo da un dato. A dicembre 2023, Tesla in Corea del Sud ha venduto 1.022 auto. Non una cifra da far strabuzzare gli occhi, ma comunque un risultato che si può definire “normale”. A gennaio ne ha vendute 1.021 di meno. La causa principale riguarda lo stop agli incentivi. Quelli del 2023 sono stati fermati a fine dicembre; quelli del 2024 torneranno a febbraio. Gli automobilisti, quindi, sono ben disposti ad attendere un mese per avere un’auto a condizioni migliori.
- Tesla vendute in Corea del Sud a dicembre 2023: 1.022
- Tesla vendute in Corea del Sud a gennaio 2024: 1
Apriamo una parentesi, i nuovi incentivi avranno regole diverse. A quanto pare la Corea del Sud ridurrà di molto i crediti d’imposta concessi per l’acquisto di auto elettriche che montino batterie a bassa densità energetica. Può sembrare una decisione strana, ma dietro c’è un obiettivo preciso: danneggiare i produttori cinesi di batterie. Perché sono le aziende del Dragone le principali produttrici di batterie economiche, come quelle al litio-ferro-fosfato, che come è noto hanno una densità minore rispetto alle batterie agli ioni di litio con chimica “tradizionale” nichel-manganese-cobalto.
I nuovi incentivi coreani sulle auto elettriche proteggeranno da una parte i produttori nazionali come Samsung, SK On o LG Energy Solution, ma danneggeranno, oltre a CATL o BYD, anche le auto che quelle batterie LFP le montano. Come Tesla, che le usa sulle entry level della Model 3 e Model Y. Chiusa parentesi.
Non solo Tesla è in crisi
Tesla non è stata l’unica vittima di questo “gennaio nero”. La Corea del Sud non ha mai provato grande fascino per le vetture a zero emissioni e storicamente le vendite sono sempre state basse. Però nel primo mese del 2024, come afferma la società di ricerca di Carisyou, con sede a Seoul, i volumi sono calati dell’80% rispetto a dicembre 2023.
Oltre all’effetto “nuovi incentivi”, il Paese è animato da una forte inflazione che genera conseguenti elevati tassi di interesse. Acquistare un’auto elettrica, insomma, sta diventando sempre più costoso. A questo si aggiungono i problemi legati a un’infrastruttura pubblica di ricarica non adeguata e i soliti timori inerenti la sicurezza e gli incendi. Sono tutte cose che influiscono negativamente sul mercato.
Lee Hang-Koo, capo del Jeonbuk Insititute of Automotive Convergence Technology, ha affermato: “La maggior dei coreani che voleva un’auto elettrica l’ha già comprata. Per convincere gli altri servono condizioni favorevoli che al momento non si trovano. Riguardo a Tesla, il fatto che molte vetture della Casa siano costruite in Cina non va molto a genio agli automobilisti locali”.
Un anno difficile per l’auto elettrica
Cosa dobbiamo aspettarci? Tesla i numeri li fa altrove. E a febbraio, o quando saranno disponibili i nuovi incentivi, sarà facile vedere i volumi tornare ai livelli di sempre. Ma l’auto elettrica, a prescindere dalla Corea del Sud, non sta vivendo un momento facile.
Nel 2024 le vendite delle auto elettriche cresceranno con poco vigore. In alcuni mercati, come la Germania, addirittura si teme una storica inversione di tendenza. E le Case stanno rivedendo i propri piani verso la transizione. La strada verso il futuro è tracciata. Ma percorrerla nel modo migliore è tutta un’altra faccenda.
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