È bastato dire che, se dipendesse da lui, preferirebbe non andare ospite al Festival per scatenare il putiferio, ma siamo davvero sicuri che un campione debba presenziare a ogni costo?
di Mario Manca per Vanity Fair
Viviamo all’interno di una società talmente radicata nel culto di farci vedere a ogni costo, malati come siamo di quella malattia endemica che è il presenzialismo, da scandalizzarci quando qualcuno decide di non salire su quella giostra di visibilità e gloria e preferisce farsi gli affari suoi. È il caso di Jannik Sinner che, dopo essere passato alla storia come il primo italiano a vincere gli Austrialian Open, si è ritrovato suo malgrado al centro di una polemica alquanto inutile che risiede nel fatto che, se dipendesse da lui, l’ospite al Festival di Sanremo 2024 non lo farebbe. Non c’entra lo snobismo e neanche, come ha scritto qualcuno, la voglia di non contaminarsi con il pop: c’entra l’onestà di uno sportivo che accetta i riflettori solo quando questi ultimi sono puntati sul tennis e sulle sue prodezze di atleta e non su un ipotetico futuro da prezzemolino televisivo.
Non tutti vogliono le stesse cose, non tutti fremono dalla voglia di indossare uno smoking, armarsi di un bel sorriso e andare sul palco del teatro Ariston di Sanremo davanti a 12 milioni di persone sintonizzate dall’altra parte a dire non si capisce bene cosa, visto che il mestiere di Sinner non è quello di intrattenere una platea ma di lanciare perfettamente una palla curva. Fermo restando che Sinner non ha assolutamente sputato veleno contro Sanremo – anche se a leggere certi titoli pare che abbia peccato di chissà quale blasfemia – ora come ora crediamo che sia giusto accettare che gli sportivi (ma anche chiunque altro) decidano di dire quello che pensano anziché seguire per forza quella corrente che vede tutti ansiosissimi di piazzarsi davanti a una telecamera.
Non sappiamo se, alla fine della fiera, Sinner andrà effettivamente a Sanremo – probabilmente sì, considerando anche l’appello pubblico che gli ha rivolto Amadeus -, ma il fatto di aver detto semplicemente a caldo che a un Festival in mondovisione preferirebbe una serata di allenamento non ci sembra questo grande scandalo, ma un esempio di trasparenza da parte di un ragazzo che ha l’umiltà di riconoscere che il suo mestiere è un altro.
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Spero non vada.
Porta sfiga Sanremo.
Vedete dopo che sono andati Berrettini e Paola Egonu non hanno combinato più nulla.