Novak Djokovic si dimostra un signore davanti alla vittoria meritata di Jannik Sinner, mentre Zuccavuota Bassetti ci ricorda anche oggi quanto sia un inutile omuncolo

“Per prima cosa mi voglio congratulare con Jannik Sinner per aver disputato un grande match. Ha fatto un grande torneo fin qui e merita la finale”.Ā Nole DjokovicĀ si presenta in conferenza stampa con lo sguardo spento e il sorriso amaro di chi non pensava di dover alzare bandiera bianca “in casa sua”.

Pochi minuti prima, il serbo numero 1 al mondo esce dal campo a testa china:Ā Jannik SinnerĀ lo ha appena sconfitto 3-1 volando in semifinale agliĀ Australian Open, dove Nole non perdeva dal 2018 e aveva un ruolino di 10 semifinali vinte su 10, impartendogli una clamorosa lezione di tennis totale. Superato sul piano tecnico, tattico, atletico e mentale.Ā Ā “Voglio congratularmi con Sinner per la sua eccellente partita, merita un posto in finale. Mi ha totalmente dominato oggi“, ha premesso. (VIDEO)

“Questa ĆØ stata una delleĀ mie peggiori partiteĀ in un torneo delĀ Grande Slam, almeno per quel che ricordo – riconosce Nole, abbacchiato -, non ho azzeccato quasi nulla nei primi due set (persi 6-1 6-2) e non ĆØ una sensazione piacevole aver giocato cosƬ. Ma al tempo stesso bisogna dare il merito a Jannik di aver fatto tutto meglio di me”. Parole secche, che rendono bene l’idea di quanto la partita dell’italiano sia stata perfetta.

“E’ stata una partita durissima. Ho iniziato benissimo nei primi due set, Nole ha sbagliato tanto. Ho sbagliato un match point nel terzo, ma volevo essere pronto per il set successivo. Ho iniziato alla grande e non vedevo l’ora di giocare questa partita”, le parole invece di Jannis, sorridente ma tranquillo, giĆ  concentrato sulla finale che lo attende. “Avevo perso con Nole aĀ Wimbledon, ho imparato da quella partita. Fa parte del mio processo di crescita – prosegue il numero 4 del mondo -. Giochiamo in modo simile, la risposta ĆØ il nostro punto forte. Cercavo di far partire lo scambio, non dico le tattiche perchĆ© ho la sensazione che faremo qualche altra partita contro. Mi ero allenato con Djokovic quando avevo 17 anni, cercavo di imparare dai migliori. Mi aveva consigliato di essere imprevedibile, di migliorare il servizio e ho la sensazione di poter migliorare ancora. Volevo essere preparato, dallo scorso anno la fiducia ĆØ altissima ed ero sicuro di poter giocare contro i migliori del mondo. ScenderĆ² in campo con il sorriso e darĆ² il massimo nella mia prima finale Slam”.

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