“Giustizia, giustizia”. L’urlo dei danneggiati dai vaccini a Roma, cornuti e mazziati. Come li trattano coloro ai quali hanno creduto

Un urlo di dolore collettivo, lanciato all’unisono da persone provenienti da ogni parte d’Italia. Ignorate dallo Stato, addirittura prese in giro da qualche esperto, che non crede alle loro ricostruzioni. Nonostante tutto, hanno trovato il coraggio di scendere in piazza a Roma, davanti alla Procura, per far sentire la propria voce. Uomini e donne che hanno visto la loro vita stravolta dopo l’iniezione di vaccino anti-Covid o che hanno perso un parente caro, a volte addirittura un figlio, per quelli che vengono comunemente bollati come “malori improvvisi”. Circa 300 le persone che hanno deciso di manifestare, alcune in carrozzina, determinate a far sentire la propria voce, stanche di essere circondate da un muro di silenzio difficilissimo da abbattere.

“Giustizia, giustizia” è stato il coro più ricorrente. La richiesta è quella di indagare ancora, di chiarire cosa sia veramente successo durante la gestione delle pandemia e quali siano davvero gli effetti avversi collegati ai vaccini e che possono riscontrarsi dopo l’iniezione. La testata La Verità ha raccolto le testimonianze di alcuni dei presenti, come quella di Sabrina, mamma di Davide Marchesi, morto a soli 29.

“Io devo sapere perché mio figlio è morto – ha spiegato la donna – Mio figlio era un soggetto fragile, per questo lo hanno costretto a vaccinarsi. Ma dalle inchieste fatte di recente da Fuori dal Coro e La Verità, è emerso come non c’erano dati sulla sicurezza di questi vaccini. Dopo la terza dose, il mio Davide non ce l’ha fatta. Lo abbiamo trovato riverso sul pavimento”.

Federica Angelini, fondatrice del comitato Ascoltami che rappresenta oltre 4.000 danneggiati da vaccino, ha sottolineato come gli avvocati dell’associazione “hanno fatto un lavoro enorme, coinvolto esperti, portato prove tangibili che dimostrano come i vaccini siano un farmaco imperfetto, pericoloso per la salute. Perché allora non indagare? Chi ha paura della verità?”. Appelli che, ancora una volta, rischiano di cadere nel vuoto.

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