Istamina oltre i limiti consentiti, ritirati dai supermercati lotti di filetti di tonno di una nota marca: ecco i lotti che non devi assolutamente consumare

di Luca De Lellis per Il Tempo

Il rischio è concreto, il ministero della Salute ha avvertito: il prodotto non va consumato e, se acquistato, va immediatamente riconsegnato al punto vendita che è tenuto a rimborsarne il costo. Stiamo parlando di due lotti (3H05 e 3H06) del filetto di tonno striato congelato del noto marchio Oltremare, di proprietà dell’azienda Effegi Service S.p.A. La ragione del richiamo del ministero è la “presenza di istamina oltre i limiti normativi consentiti, con rischio di sviluppo di sindrome sgombroide nei lotti 3H05 e 3H06 con numero di stabilimento 514 e TMC (data di scadenza, ndr) 08/2025″. Ovviamente, tutti gli altri lotti non soggetti a tale problematica non sono da evitare. Di conseguenza, al fine di evitare un’eventuale confusione con prodotti simili, la descrizione relativa al peso/volume dell’unità di vendita riguarda l’astuccio da 300g contenente il prodotto in busta sottovuoto. Il marchio di identificazione dello stabilimento è contrassegnato con “14 (India)” e il nome o la ragione sociale dell’Osa con cui il prodotto è commercializzato è il seguente: “EFFEGI SERVICE SPA – Via Spallanzani 2, Loc. Valdaro – 46100 – Mantova”.

Qual è il rischio provocato da una maggiore presenza di istamina nella confezione? La sostanza è un particolare composto azotato che si trova già nell’organismo umano e di fondamentale importanza nel combattere infiammazioni e allergie oltre a essere d’aiuto nella secrezione gastrica e in alcune attività cerebrali. Tuttavia, quando eccede la quantità consentita o si trova in prodotti mal conservati può comportare seri danni alla salute. Spesso, questa situazione capita proprio nel pesce tra cui tonni, sgombri, sardine e acciughe per citare gli esempi principali. A quali danni ci si riferisce? Si può andare dal mal di testa ai problemi digestivi, fino al gonfiore addominale associato a nausea e vomito. Ma il ministero ha parlato del pericolo che si possa sviluppare la sindrome sgombroide, che gli esperti dell’ospedale Niguarda hanno voluto spiegare in merito ai suoi sintomi: “Invece di nausea e mal di pancia, questa particolare intossicazione alimentare fa sorgere mal di testa e prurito”.

Non solo, secondo quanto si conosce di questa particolare patologia, I sintomi caratteristici compaiono di solito in maniera molto rapida – da pochi minuti a qualche ora – dopo l’ingestione dell’alimento avariato e si riconosce dalle congiuntive arrossate, dalla bocca inizia a bruciare, e poi c’è un rossore diffuso della cute oltre a “orticaria, nausea, vomito, diarrea e dolori crampiformi addominali. Addirittura, nelle forme più gravi di sindrome sgombroide, comunque rare, possono insorgere difficoltà respiratorie, palpitazioni, ipotensione e ischemiamiocardica. Come si può placare l’escalation di questi sintomi? Il trattamento in caso di grave intossicazione prevede l’impiego di antistaminici. Solo raramente possono essere necessari broncodilatatori”, affermano dal Niguarda. Insomma, non sottovalutare e prevenire il rischio è la prima forma di cura.

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