“Chi voleva indebolirmi colpendomi in casa” Caso Giambruno, Giorgia Meloni punta il dito contro la sinistra, ma non si rende contro che lei e mediaset avrebbero dovuto impedire al marito di una Premier di andare in odna tutti i giorni. Avrebbe potuto lavorare in redazione senza esporsi a tiri mancini

La rottura tra Giorgia Meloni e Andrea Giambruno non è solo una delicatissima situazione privata, ma anche un tema molto politico. Sollevato dalla stessa premier, nel suo post sui social con cui ha annunciato la fine della storia decennale con il giornalista Mediaset. “Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”. Il riferimento, ovvio, è a tutti i rappresentanti delle opposizioni e ai commentatori d’area progressista che da mesi utilizzano le uscite del giornalista e conduttore di Diario del giorno su Rete 4 per attaccare la presidente del Consiglio, chiedendo conto a lei delle frasi del compagno.

Già in conferenza stampa, qualche settimana fa, la premier aveva rispedito al mittente le polemiche ricordando a tutti che ognuno si prende la responsabilità di quello che afferma, compagno compreso, e accusando la sinistra di avere una bizzarra “idea di libertà di stampa” immaginando che fosse la premier stessa a “suggerire” le uscite a Giambruno. Era accaduto in occasione dei commenti sulle “ragazze, l’alcol, il lupo e gli stupri“, pronunciati a fine estate in diretta, e ancora con l’espressione “transumanza“, a proposito dei migranti. E sarebbe accaduto anche con gli ultimi, forse decisivi fuorionda pubblicati da Striscia la notizia su Canale 5, siparietti certamente imbarazzanti tra Giambruno, i suo collaboratori e le giornaliste di Diario del giornoStriscia fa Striscia, e gli sciacalli di sinistra avrebbero fatto quello che riesce loro meglio: speculare.

“La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui – recita il post della Meloni -. Lo ringrazio per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo attraversato, e per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra”. “Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto. Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio. Non ho altro da dire su questo”. Primo dello sfogo nel post scriptum contro “chi ha sperato di indebolirmi colpendomi in casa”

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