Napolitano, solo dopo la sua morte Elsa Fornero confessa il compito che diede all’indegno governo Monti: “Il nostro governo chiamato a fare il lavoro sporco”

Nel giorno della camera ardente allestita al Senato per Giorgio Napolitano, ecco che Elsa Fornero racconta il suo rapporto con il presidente emerito della Repubblica. Già, Fornero fu ministro del Lavoro al tempo del governo Monti, il governo per il quale Napolitano brigò a lungo, fino a quando Silvio Berlusconi fu costretto a lasciare Palazzo Chigi. Elsa Fornero firmò la drastica riforma delle pensioni, quella che portò in dote il drammatico caso degli esodati.

In un intervento sulla Stampa, l’ex ministro passa all’attacco: “La scomparsa del presidente Napolitano e la lettura di certi commenti ‘cattivi’ e fuorvianti hanno riacceso in me, con un velo di amarezza, la memoria di quei giorni del novembre 2011 in cui fui chiamata a far parte del governo tecnico guidato da Mario Monti“.

“L’origine di quell’esperienza – riprende – si deve ricondurre a una ‘crisi di sistema’, nella quale erano venute intersecandosi, nel corso del 2011, per poi acutizzarsi in una miscela potenzialmente esplosiva, tre differenti fragilità italiane”. La prima, secondo Fornero, era “l’indebolimento strutturale, e perciò di lungo periodo, del sistema economico”, poi “la spesa pubblica corrente incomprimibile” che provocava “deficit pubblici sempre maggiori”, e infine “lo stallo della politica” rispetto ad affrontare “misure impopolari di risanamento finanziario”.

“Non è difficile arrivare alla conclusione della necessità di un governo che fungesse da ‘capro espiatorio’, facendo il ‘lavoro sporco’ (espressione peraltro detestabile)”, ammette Fornero, quasi a “giustificare” ancora una volta la sciagurata riforma pensionistica. “Questo quadro era drammaticamente presente al presidente Napolitano – prosegue -. C’era un’ampia consapevolezza della gravità della situazione e chi come me si trovò a predisporre provvedimenti impopolari conobbe direttamente il peso che ne derivava”.

L’allora presidente della Repubblica, ricorda, le disse che “per fare il ministro ci vogliono nervi saldi e buona salute. In un’altra occasione, aggiunse la pazienza e, dopo una pausa, ‘Io ne ho avuta tanta’. Non ricordo una sola volta in cui non mi sentii in piena sintonia con il presidente. Ho invece il chiaro ricordo di molte occasioni nelle quali apertamente mi rincuorò, con parole di vero conforto, di fronte ad attacchi violenti nelle parole ma non per questo meno dolorosi”, conclude Elsa Fornero.

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