“Mio padre lo chiamava professionista a contratto” Il commento sprezzante di Stefania Craxi sul gran visir dei parassiti indegni: rimane il mistero sul reale motivo delle sue dichiarazioni su Ustica. L’ultimo interesse del delinquente è la ricerca della verità

di Bianca Laura Granato da Facebook

L’abbattimento del DC9 Itavia il 27 giugno 1980 nei cieli di Ustica è rimasto uno dei tanti segreti di stato soggetti a depistaggi ed insabbiamenti fino a ieri. Dietro quella strage si sarebbe celato un attentato terroristico a Gheddafi, sventato probabilmente da una “soffiata” di Craxi al premier libico. L’attentato sarebbe stato camuffato da errore durante una esercitazione NATO che avrebbe dovuto colpire il volo su cui doveva viaggiare Gheddafi, che cambiò programma all’ultimo momento.
Mi sono chiesta come mai Giuliano Amato solo oggi abbia rivelato a Repubblica queste informazioni, che additano l’aeronautica francese quale più probabile esecutore del tragico lancio missilistico che ha portato alla morte 81 persone, fino ad oggi rimaste senza verità e giustizia.
Resta da spiegare come e perché uno dei più leali servitori delle élite abbia rilasciato una intervista che discredita il governo francese, unitamente alla magistratura e alle istituzioni italiane a un quotidiano come La Repubblica del gruppo GEDI, di Elkann, noto per i suoi investimenti in armamenti.
Ci sarà dietro un intento di mettere in difficoltà i rapporti tra Francia e Italia o piuttosto un intento di compromettere ancora di più la Francia, già in difficoltà per le rivolte nei paesi africani, dando a questi ultimi maggior motivazione nella lotta?
Certo Amato non avrebbe parlato se non per interesse delle élite, il cui unico obiettivo in questo momento è demolire l’Europa.
La guerra in Ucraina è stata il pretesto per bloccare i rifornimenti di gas dalla Russia (la distruzione dei gasdotti ne è una prova), la de industrializzazione della Germania e dei Paesi europei ne è la conseguenza, la Brexit avvenuta giusto in tempo per abbandonare il Titanic ne era l’indizio; in concomitanza, la politica Green imposta ai soli paesi europei punta a svuotare i conti correnti privati e a distruggere ogni presupposto di stato di diritto e libertà. A questo aggiungasi la moneta digitale di cui si annuncia l’introduzione con sistema di prelievo fiscale automatico. Sostanzialmente non saremo più padroni nemmeno del frutto del nostro lavoro, che in qualsiasi momento e per qualsiasi pretesto ci potrà essere reso inaccessibile, com’è avvenuto ai correntisti russi o ai camionisti di Ottawa. L’industria automobilistica di Germania e Francia subisce il colpo di grazia con le politiche di città 15 minuti e le ZTL. Le ribellioni nei paesi africani (giuste e condivisibili, a meno che qualcuno – possibilmente privato- non presenterà il conto sostituendosi ai vecchi colonizzatori) toglieranno alla Francia risorse strategiche come l’uranio per le centrali nucleari.
I politici nostrani si sono sempre distinti per ambire a scalare il ruolo di maggiordomi , mai sono stati dignitosi o hanno lavorato per noi, hanno sempre e solo sgomitato per svenderci con miglior profitto per il loro partito o per se stessi.
Se tanto mi dà tanto, la possibile spiegazione è questa… mi ricorda qualcuno che ci fece entrare in guerra nel 1939 quando la Francia era in ginocchio per “gettare un pugno di morti sul tavolo delle trattative”.

Estratto dell’articolo di Paolo Colonnello per lastampa.it

A dispetto della prudenza di Giorgia Meloni («le parole di Amato meritano attenzione»), Stefania Craxi, presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato, non ha il minimo dubbio: quelle dell’ex presidente socialista del Consiglio Giuliano Amato, sono «un falso storico».

Per non parlare della chiamata in causa di suo padre Bettino Craxi, che Amato accusa di aver saputo fin da allora come andarono le cose, e cioè che il Dc9 dell’Itavia con a bordo 81 persone, precipitato nei cieli di Ustica il 27 giugno 1980, venne abbattuto per errore da un missile francese destinato in realtà all’allora premier libico Gheddafi, salvato proprio da una soffiata di Craxi che lo avvertì delle intenzioni omicide francesi.

Cosa ha pensato quando ha letto l’intervista di Amato su Repubblica sulla strage di Ustica?

«Sono sobbalzata sulla sedia: Amato mente per la gola, non so se per l’attutita capacità mnemonica o per dolo».

Addirittura?

«Guardi, mio padre definiva Giuliano Amato “l’extraterrestre” per la sua attitudine a parlare della Prima Repubblica come se fosse un periodo storico in cui lui aveva vissuto sulla luna».

Ma è così improbabile che suo padre avesse avvertito Gheddafi di un possibile attentato al suo aereo?

«Questo è un falso storico. Craxi avvertì sì Gheddafi di un attentato che il Dipartimento americano stava organizzando, ma sul territorio libico e soprattutto nel 1986! E non nell’80 come sostiene Amato. E aggiungo che mio padre fece bene nell’ottica di voler mantenere gli equilibri nel Mediterraneo, visto quello che successo dopo la morte di Gheddafi in Libia».

(…)

«Perché ho rintracciato persino un manoscritto di mio padre non certo destinato ai giornali ma alle sue memorie che spiega esattamente come fosse all’oscuro di quella faccenda».

Cosa c’è scritto?

«Spiega chiaramente come il giudice istruttore Rosario Priore ricevette aiuto dalla sua presidenza del Consiglio per recuperare il relitto dell’aereo e di come l’ipotesi di un missile scagliato contro un altro obiettivo militare fosse sconvolgente. Scriveva così: “Equivarrebbe a dire che una muraglia multinazionale di omertà avrebbe coperto per tanto tempo la verità dei fatti”».

(…)

«Invece è del 1990 circa. Priore aveva finito la sua istruttoria. Ma una prova definitiva non c’era. E le pare che se Craxi avesse saputo com’erano andate le cose avrebbe scritto così nei suoi appunti personali?» .

Torniamo all’intervista di Amato…

«Sì, un’intervista dove sembra che tutto il mondo sapesse come fossero andate le cose tranne che Amato».

Definisce suo padre “trasgressivo”. È così?

«Guardi, la verità è un’altra: Amato da sottosegretario alla presidenza del Consiglio condivise tutte le scelte e tutti gli atti dell’esecutivo a guida socialista, a cominciare dalle scelte di politica internazionale di Bettino che resero grande l’Italia in quel momento. Dopodiché vorrei ricordare che Craxi fu il presidente del Consiglio che fece stanziare i fondi per recuperare il relitto dell’Italicus su richiesta del giudice Priore».

Il quale sostenne nella sua istruttoria la tesi supportata ieri da Amato.

«Appunto, una tesi. Ma senza una prova definitiva. Quella di Priore era una convinzione personale, ne parlai con lui anni fa».

Lei perciò non crede a una responsabilità della Nato?

«Non si tratta di credere, ma di avere delle prove. Se ci sono, che Amato le tiri fuori».

Quindi niente scuse dalla Francia?

«Ripeto: prima di chiedere le scuse dei francesi sarebbe meglio avere in mano una prova provata. E trovo strano anche questo attacco a Macron che all’epoca aveva tre anni».

Il presidente Cossiga all’epoca raccontò che l’allora ammiraglio Fulvio Martini, capo del servizio segreto militare, gli disse di aver saputo della guerra aerea per far fuori Gheddafi e del missile francese…

«Direi che l’ammiraglio Martini era uomo di grande intelligenza e di altrettanto grandi fantasie».

Secondo lei perché l’ex presidente Giuliano Amato ha deciso di raccontare proprio ora questa storia?

«Me lo sono chiesta anch’io e non ne ho idea. Potrei rifarmi a una definizione che ne diede Craxi: Amato è un professionista a contratto. Non so in questo caso a quale contratto faccia fede…».

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