Vittorio Feltri contro Repubblica: “Bufala”, cosa non torna sui morti di caldo
“Numeri a caso”, Vittorio Feltri punta il dito su un articolo di Repubblica sulla presunta strage dell’estate, quella di persone stroncate dal caldo nelle regioni del Meridione. “Ogni mattino vivo momenti di ilaritĆ mentre sfoglio i quotidiani”, scrive il direttore editoriale di Libero, che riporta il “titolo sensazionale” letto su Repubblica: āLāimpatto del caldo, 1500 morti in piĆ¹ nel Sud a luglioā. “In pratica, stando alla tesi di chi scrive, le alte temperature estive avrebbero decimato una cinquantina di persone al giorno soltanto nel Mezzogiorno. Un eccidio terribile”, commenta Feltri che mette sotto la lente i numeri della “strage”.
L’ipotesi, infatti, appare “fantasiosa” ed “evidentemente forzata”, perchĆ© si sostiene che “ci sarebbe un incremento dei decessi rispetto ‘alla media’, ma chi lo stabilisce che si tratta di morti dovute allāafa? Forse il giornalista ha fatto le autopsie?”. Insomma, “affermare che a luglio 1500 persone nel Mezzogiorno siano crepate per effetto del caldo ĆØ una balla, una fesseria, una bufala, tutto quello che un giornale non dovrebbe spacciare, eppure ā chissĆ perchĆ© ā ĆØ diventato urgente per gli operatori della informazione diffondere la convinzione che il caldo estivo arrostisca le persone”, scrive Feltri che ciĀ vede dietro laĀ narrazione apocalittica sul clima e sull’estate “piĆ¹ bollente della storiaā.
Il direttore sottolinea poi un indizio nell’articolo, una sorta di pistola fumante: l’estensore infatti ammette che per “capire se queste affermazioni sono realistiche, bisognerĆ comunque aspettare la fine dellāestate, quando saranno a disposizione i dati di tutta la stagione e si potrĆ fare un confronto piĆ¹ preciso con gli anni passatiā. “Ecco, appunto, – commenta Feltri – prima di parlare di 1500 morti per il caldo da Roma in giĆ¹, non avrebbe potuto aspettare, anzichĆ© sparare dichiarazioni potenzialmente irrealistiche, ovvero false?”, attacca il giornalista secondo cui il giornalismo non deve mai cedere all’allarmismo.
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