Nigel Farage, il gorioso epilogo dell’indegna vicenda del suo conto corrente chiuso per motivi ‘politici’: la serva del sistema obbligata a dimettersi dopo esser stata smascherata dal grande politico britannico

Estratto dell’articolo di Valerio Benedetti per “la Verità”

Una brutta storia, almeno stavolta, ha avuto un lieto fine. Nigel Farage, il grande mattatore della Brexit, ha ottenuto giustizia dopo che la sua banca gli aveva chiuso il conto corrente per le sue idee politiche.

Questa vicenda orwelliana ha avuto inizio una decina di giorni fa, quando l’istituto di credito Coutts, che fa parte del gruppo NatWest, ha comunicato al politico britannico la propria decisione di «debankarlo», ossia di chiudergli unilateralmente il conto. Le motivazioni della banca, formalizzate in un documento interno di circa 40 pagine, poi reso integralmente pubblico dal Daily Mail, erano raggelanti: nel dossier, infatti, la Coutts spiegava che l’ex leader del Brexit Party sarebbe considerato da molti un «truffatore» che sostiene «posizioni xenofobe, scioviniste e razziste». Inoltre, gli venivano imputati i suoi rapporti di amicizia con l’ex presidente americano Donald Trump e con il tennista serbo Novak Djokovic, accusato di essere un no vax.

(…)

Ma c’è di peggio: a inizio luglio Simon Jack, un giornalista della Bbc, aveva scritto in un articolo che alla base della chiusura del conto di Farage non ci sarebbero state le sue idee politiche, bensì sue presunte difficoltà finanziarie. In pratica, l’ex leader della Brexit sarebbe stato al verde. La notizia, aveva aggiunto il giornalista, si fondava su una fonte informata e attendibile. Peccato solo che, a distanza di due settimane, la Bbc abbia dovuto porgere pubblicamente le sue scuse a Farage, specificando che l’articolo di Jack «non era accurato».

L’altro ieri sera, infine, si è scoperta la verità: a passare l’informazione (falsa) all’emittente di Stato era stata Alison Rose, cioè l’amministratore delegato della NatWest in persona. Ed è stata la Rose stessa ad ammettere il fattaccio, scusandosi con Farage e parlando di un fraintendimento tra lei e il giornalista della Bbc. Tra l’altro, avendo violato la riservatezza di un cliente, l’ad si è vista costretta a rassegnare le dimissioni. Una volta scoppiato lo scandalo, le azioni della NatWest sono crollate del 3%, mandando in fumo centinaia di milioni di sterline. A quanto pare, almeno in Gran Bretagna, essere woke non paga più tanto bene.

La Natwest, tra le più importanti banche britanniche, è al centro di uno scandalo per aver chiuso d’ufficio il conto di Nigel Farage

di Matteo Milanesi per il blog di Nicola Porro

Terremoto in Regno Unito. La numero uno di una delle più grande banche britanniche, la Natwest, che gestisce più di 1.600 filiali tra Gran Bretagna, Irlanda ed Irlanda del Nord, si è dimessa stamattina, dopo aver fatto trapelare informazioni riservate ad un giornalista sul conto in banca di Nigel Farage, uno dei leader che ha portato il Regno Unito alla Brexit nel 2016.

Il caso Farage

La Ceo di Natwest è Alison Rose, alla guida del colosso finanziario dal 2019, ed oggi costretta alle dimissioni a causa della denuncia dell’ex politico che il suo conto con la banca d’affari privata Coutts, che fa parte del gruppo NatWest, era stato chiuso all’improvviso per ragioni politiche. Ma il dato rilevante è che fu la stessa Coutts ad affermare come le ragioni della chiusura d’ufficio fossero di natura commerciale, per poi essere completamente smentita dalla stessa Rose, che giovedì scorso ha dovuto formulare le sue scuse pubbliche a Farage: “Le scrivo per chiedere scusa per i commenti inappropriati sulla sua persona. L’esperienza che lei ha attraversato, evidenziata in questi giorni, dimostra anche che dobbiamo sottoporre a scrutinio le nostre procedure”, si legge nella nota, che prosegue: “Cedo fermamente che la libertà di espressione e l’accesso ai servizi bancari siano fondamentali per la nostra società. Capisco pienamente la sua preoccupazione e quella del pubblico per il fatto che le procedure, che portano alla chiusura di un conto bancario, non sono sufficientemente trasparenti”.

Prima di queste dichiarazioni, Farage aveva deciso di avviare una richiesta di accesso ai documenti che trattavano i suoi dati personali nella banca (il cosiddetto data subject access request). Per legge, gli istituti creditizi sono obbligati a trasmettere questo tipo di informazioni, che nel caso specifico erano racchiuse in 40 pagine, nelle quali l’ex politico britannico veniva definito dai dirigenti dell’istituto un “truffatore in malafede”, “utile idiota di Putin“, di avere opinioni “xenofobe e razziste“, di essere “transfobico”, di avere formulato “false affermazioni sulla Brexit”, che la sua “retorica sull’invasione di migranti illegali” contribuisce alla discriminazione “e in alcuni casi ad atti di violenza contro i migranti”.

Da qui, è partito l’affondo dei Tories, che nei fatti hanno obbligato Rose a farsi da parte, dopo la sua ammissione di responsabilità d’essere stata lei la fonte d’informazioni confidenziali, trasmesse alla Bbc, sul contenzioso con Farage, in parte poi rivelatesi ingannevoli. Dimissioni definite dallo stesso Farage come “doverose quanto tardive”.

Chi sono Natwest e Coutts

La chiusura del conto dell’ex politico britannico si celava dietro ragioni di natura commerciale, sulla base del fatto che, per avere un conto aperto nella banca d’affari Coutts, i clienti sono tenuti a mantenere almeno 1 milione di sterline (1,3 milioni di dollari) in investimenti o prestiti con la banca, oppure 3 milioni di sterline (3,9 milioni di dollari) in risparmi. Ma il documento, trapelato in seguito alla richiesta di accesso di Farage, ha inchiodato i vertici. E da qui, è partito lo scaricabarile. Rose ha detto di non aver preso parte alla decisione di chiudere il conto: “Questa decisione è stata presa da Coutts, e sono stato informata in aprile che era per motivi commerciali”.

Un altro dato particolare sta nel fatto che è lo stesso governo britannico a detenere una partecipazione di circa il 39 per cento in NatWest, dopo aver salvato l’allora società madre della banca, la Royal Bank of Scotland, durante la crisi finanziaria del 2008. E settimana scorsa, guarda caso, il Tesoro britannico ha proposto nuove regole che costringeranno le banche a “spiegare e ritardare” qualsiasi decisione di chiudere un conto.

Il controllo di RBS nasce nel 2000, da quando la National Westminster Bank venne cancellata dal listino della London Stock Exchange, divenendo parte inglobata della Royal Bank of Scotland. Un’operazione tra le più importanti della storia finanziaria britannica, che permise al gruppo RBS di trasformarsi nel secondo maggiore gruppo bancario in Europa, nonché nel quinto a livello globale.

Ora, Alison Rose sarà sostituita da Paul Thwaite, l’attuale Ceo delle attività commerciali e istituzionali di NatWest, per tutto il tempo necessario per trovare un sostituto permanente. Nel frattempo, le azioni della banca sono crollate del 3 per cento questa mattina, cancellando oltre 600 milioni di sterline dal suo valore di borsa.

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  1. Non ho parole, ecco chi vogliono nei posti di potere, esseri che eseguono senza pensare o fare delle considerazioni, per poi farli fuori se il colpo no riesce. Ciò succede a chi non si pone domande su ciò che sta facendo, ben ti sta cara Alison Rose, chissà che ciò non ti insegni qualcosa della vita.

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