Incidente di Casal Palocco, l’avvocato degli Youtuber rilancia e contrattacca sulla dinamica dell’incidente: i ragazzi erano nel giusto

ROMA, L’AVVOCATO DELLO YOUTUBER: “LA COLPA È DELLA SMART”

Estratto da www.liberoquotidiano.it

L’avvocato Francesco Consalvi è il difensore, nonché zio (da parte di madre) di Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale. Matteo è lo youtuber al volante della Lamborghini al momento dell’impatto con la Smart, guidata da Elena Uccello, in seguito al quale ha perso la vita il figlio, Manuel Proietti, 5 anni. Consalvi vuole fare chiarezza.

«Innanzitutto dalle immagini delle autovetture incidentate emerge in maniera inequivocabile che la Smart su cui viaggiava il piccolo Manuel ha riportato danni sulla fiancata destra. Alla luce di questo non si riesce a comprendere come si possa parlare di un impatto frontale come viene riportato».

Si dice però che l’impatto sia avvenuto perché suo nipote Matteo stesse effettuando un sorpasso andando lui ad impegnare la corsia dove procedeva la Smart…

«Nego categoricamente che la Lamborghini stesse effettuando un sorpasso. È una circostanza inventata. L’autovettura di Matteo procedeva nella sua corsia di marcia, non stava effettuando manovre azzardate. A lui non è stata data la precedenza. Lo dimostra il fatto che lo scontro è avvenuto nella corsia di competenza della Lamborghini che a seguito dell’impatto ha riportato i danni nella parte anteriore e la Smart ha riportato i danni nella parte laterale destra. È fuori di dubbio che la conducente della Smart stesse effettuando una manovra per svoltare, come ha lei stessa dichiarato».

La Lamborghini procedeva però ad una velocità superiore ai limiti…

«La velocità precisa andrà accertata. Mi sento di dire che viaggiasse tra i 60-80 km orari».

Il limite massimo consentito è però di 30 km orari…

«Questo sarà di certo un elemento che in sede di processo gli potrà essere contestato».

Non si può negare che ci fosse una challenge in corso da postare sui canali YouTube. Si è detto stessero facendo una sfida di velocità…

«Non è vero che la challenge o la sfida o il video in questione riguardasse una gara di velocità o una performance dell’autovettura. La sfida era di vivere per 50 ore all’interno di una macchina: dormire, mangiare, guardare la tv, urinare, e l’obiettivo era quello di non produrre briciole e riconsegnare la macchina nelle stesse identiche condizioni di quando era stata noleggiata. E non si trattava di 50 ore di guida consecutive: la maggior parte dei video venivano realizzati da fermi».

Ma perché proprio una Lamborghini se cilindrata e velocità non erano elementi utili alla sfida?

«La scelta della Lamborghini nasce da una mera opportunità di parola chiave che l’utente può avere nella ricerca sul web. Lamborghini è una parola cliccatissima. La cilindrata non c’entra. Video analoghi erano stati girati in precedenza con una Tesla e una Fiat 500».

Da quante ore stava guidando Matteo, prima dell’impatto? Può essere considerato il fattore “stanchezza” nella dinamica dei fatti?

«I ragazzi erano ripartiti da circa mezz’ora. Avevano fatto una sosta perché ribadisco che questi video per il 99 per cento del tempo vengono realizzati a macchina ferma. Anche perché nel contratto di affitto meno km fai meno paghi. A loro interessa stare nell’auto, non su strada».

Ha letto il virgolettato di Repubblica dove risulta che i genitori dei ragazzi coinvolti avrebbero definito una “bravata” l’accaduto?

«Repubblica sarà querelata per questo. I genitori di questi ragazzi sono devastati dal dolore. Come si può anche solo pensare che abbiano detto una cosa del genere? Nessuno di loro ha rilasciato alcuna dichiarazione. Sono virgolettati inesistenti. Questa con lei è la prima dichiarazione che viene rilasciata. Mia sorella, la mamma di Matteo, appena ha appreso la notizia è stata irreperibile per ore. Temevamo il peggio, che si fosse suicidata. Era invece corsa in Chiesa dove è stata ore a pregare per Manuel e per sua madre Elena e la sorellina Aurora in ospedale. La sofferenza dei genitori di questi ragazzi è enorme, ovviamente non paragonabile a quella di genitori che perdono il proprio figlio. È da sciacalli anche solo pensare cose come quelle riportate da Repubblica».

Matteo cosa le ha detto, come sta vivendo questo momento?

«Matteo, Vito, Marco, Simone e Gaia, sono devastati dal dolore. Vorrebbero andare ai funerali, alla fiaccolata, vorrebbero partecipare in prima persona ma non sanno come comportarsi. Tutti gli stanno consigliando di allontanarsi anche perché sul web stanno arrivando minacce di morte rivolte a loro e ai genitori di Matteo. Ricordo che le prima persone che hanno soccorso i due minori all’interno della Smart sono stati mio nipote Matteo Di Pietro e Gaia. Il piccolo Manuel era stato rianimato, il suo cuore aveva ricominciato a battere, respirava, aveva ripreso colorito. I ragazzi mi hanno riferito che l’ambulanza è arrivata dopo circa un’ora e il bambino è deceduto in ambulanza».

2. LA SUPERTESTIMONE IN AUTO CON LO YOUTUBER MATTEO DI PIETRO: «SI È AGGIUNTA UN CHILOMETRO PRIMA DELL’IMPATTO»

Estratto dell’articolo di Rinaldo Frignani e Ilaria Sacchettoni per www.corriere.it

Una ventenne senza particolare inclinazione per i social è la supertestimone dell’incidente di Casal Palocco nel quale è rimasto ucciso il piccolo Manuel, di 5 anni. Si chiama Gaia Nota e viaggiava a bordo della Lamborghini Urus che il 14 giugno scorso ha centrato la Smart lungo via di Macchia Saponara. Ad una prima ricostruzione dei fatti la giovane si sarebbe trovata in prima fila nell’abitacolo, sul sedile accanto a quello del guidatore (Matteo Di Pietro), quando è avvenuto lo schianto. Una partecipazione quasi casuale perché la ragazza si sarebbe aggiunta, in qualità di amica, solo un chilometro prima dell’impatto e su insistente richiesta dello stesso Di Pietro.

[…] Nota è estranea al circuito della società virtuale «TheBorderline» e ciò che più conta è ritenuta attendibile. La sua testimonianza è considerata altrettanto utile quanto gli approfondimenti degli esperti che faranno luce su dinamica, velocità e cause dell’incidente. […]

Molto dirà l’analisi dei supporti informatici sequestrati ai quattro giovani youtuber a bordo della Lamborghini. Videocamere — compresa quella che in un primo momento uno dei ragazzi avrebbe tentato di nascondere sotto un sedile del Suv —, hard disk e altra strumentazione è stata acquisita venerdì scorso dai carabinieri. […] Infine, i cellulari[…]

E con esse anche i video pubblicati su Youtube che contengono altre sfide organizzate nei mesi scorsi. Molti quelli cancellati dalla piattaforma, chiusa nella serata di domenica in segno di lutto per Manuel[…]

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