Calenda caduto nella trappola di Renzi come un pollo d’allevamento: volano gli stracci nel partito che esiste solo nelle trasmissioni televisive

1. SCONTRO APERTO AZIONE-IV, L’ULTIMATUM DI CALENDA

 (ANSA) – Doveva essere una riunione per placare gli animi e ricomporre le fratture. Si è conclusa dopo circa tre ore con un “nulla di fatto”, secondo le parole di Carlo Calenda. Il comitato politico della federazione Azione-Italia Viva ha discusso il nuovo documento sul percorso verso il partito unico del Terzo Polo, ma sono molti i fronti ancora aperti, con posizioni che restano inconciliabili.

Al termine dell’incontro, la delegazione di Italia Viva esce per prima. La vicepresidente della federazione Elena Bonetti rassicura: “una riunione costruttiva, in cui abbiamo affinato i passaggi che ci porteranno alla costituente del nuovo soggetto politico”. Dopo qualche minuto è il turno di Carlo Calenda, leader di Azione, che con Matteo Richetti al fianco, non trattiene il disappunto.

Cita “l’attacco personale” ricevuto da Maria Elena Boschi “dieci minuti prima di entrare in una riunione”, e commenta: “denota la volontà di rompere, non c’è un clima di reciproco rispetto”. Poi entra nel merito. Calenda registra l’indisponibilità di Iv a sciogliere il partito. “Hanno ribadito – spiega – che Iv continuerà a fare attività nel 2024. Mentre facciamo il partito unico, Renzi fa la Leopolda? E che c’ho scritto “Jo Condor?”.

Chiarisce la richiesta di Renzi: la delibera dello scioglimento avverrà solo dopo che sarà reso noto chi è il nuovo segretario. E sulla questione economica afferma di non aver ricevuto risposte da Iv: “il partito nascerebbe senza un supporto finanziario”. Poi l’appello diretto all’ex premier. “Smetti di fare attività politica con Italia Viva – dice – la fai negli organi del Terzo Polo, se esistono le condizioni di mancanza di conflitto di interesse per farla”.

E l’invito alla riunione aggiornata per domani pomeriggio: “venga e dica come la pensa, le cose si fanno a viso aperto”. Per il leader di Azione ci “sono 18 ore di recupero” per ricucire la spaccatura, altrimenti “il partito unico non nasce”. In una nota diramata dopo le dichiarazione di Calenda, Iv prova a placare gli animi: “accordo su tutti i punti tranne che sui soldi e sulla Leopolda”. Ma non manca la replica: “Calenda ha chiesto a tutti i membri del comitato politico uscendo di fare dichiarazioni distensive e poi ha fatto il contrario, come sempre”. Il secondo capitolo si scriverà nel prossimo ravvicinato appuntamento: un’altra riunione del comitato politico nella sede di Azione.

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2. TERZO POLO AL CAPOLINEA, VOLANO GLI STRACCI RENZI: CALENDA È PAZZO, HA SBAGLIATO PILLOLE

Estratto dell’articolo di Carlo Bertini per “la Stampa”

Dopo tre ore di summit, il Terzo Polo è dato per morto, sulla soglia della definitiva sepoltura. «Calenda è pazzo, ha sbagliato il dosaggio delle pilloline», si sfoga Matteo Renzi con i suoi dopo aver respinto al mittente la richiesta di sciogliersi subito e di non fare più la Leopolda.

Il “Comitato politico” di quel che fu il Terzo Polo viene aggiornato a stasera, dopo uno scontro sullo scioglimento di Iv, che Calenda pretende sia fatto entro giugno; e sui soldi del due per mille, che Iv non vuole dare prima della nascita del partito unitario, e che il leader di Azione vorrebbe veder conferiti entro il 2023 al nuovo soggetto.

[…] «Con Renzi la pazienza è finita», sbotta Calenda alla fine. «Se Iv continua a fare attività politica. il partito unico non nasce».

Per tutto il giorno gli sgambetti tra i due leader tengono banco […]. Renzi benedice il lancio de Il Riformista, nominandone direttore un ex deputato azzurro, cinque minuti prima del summit tra Iv e Azione: tanto per far capire che aria tira. Calenda a sua volta infila una trappola nel documento sul partito unico: «Ai candidati alle cariche nazionali si applicheranno regole etiche, di condotta e incompatibilità speculari a quelle previste dal codice etico per i membri del parlamento europeo»: è una norma «anti-lobby», che potrebbe ostacolare l’ipotesi concreta che Matteo Renzi si candidi l’anno prossimo alle europee. Poiché ragioni di opportunità in quel caso suggerirebbero al senatore di lasciar cadere le varie consulenze.  […]

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